Ricerca


All’impeno sociale e all'attività letteraria, Renato Pigliacampo ha sempre affiancato la ricerca scientifica, stimolata dagli incarichi di docenza ricevuti negli anni dall’Università di Urbino e dall'Università di Macerata. Le numerose pubblicazioni di saggi e articoli di pedagogia, sociologia e linguistica trovarono il culmine nell'enorme lavoro che fece per pubblicare il "Nuovo dizionario della disabilità, dell'handicap e della riabilitazione", che resta un'opera fondamentale per gli operatori del settore.
Maggiori informazioni nella pagina dedicata al libro, di seguito come Renato presentava il suo modo di essere ricercatore.


I miei studi universitari a La Sapienza di Roma furono per lo più autodidatti (considerato la difficoltà - all’epoca ancora enorme - di partecipare alle lezioni per un sordo grave).

L’interesse e la volontà mi aiutarono ad approfondire i diversi settori della Pedagogia, disciplina nella quale ho conseguito la laurea con indirizzo Psicologico, prima che negli atenei entrasse la Psicologia come corso autonomo di laurea. Poi ho ottenuto il Dottorato in Sociologia e Ricerca Sociale, sempre a La Sapienza.

I titoli mi hanno permesso di tornare nelle Marche per approdare all'attività di psicologo nell’ASL di Recanati-Civitanova, all'alba dell'iscrizione all'Ordine. Ho condotto tale attività per più di vent’anni, fino alla recente pensione in qualità di dirigente, approfondendo sul campo gli studi teorici e le tesi sostenute.

I miei principali interessi di ricerca sono rivolti ai processi psicocognitivi e alla psicolinguistica inerente l'apprendimento della Lingua dei Segni dei bambini sordi.

Studiando i bambini sordi ho compreso quanto poco ci interessiamo dello sviluppo dei processi percettivi dei bambini udenti. L'istruzione e l'educazione dei bambini normodotati è molto limitata nella scuola italiana, tanto da renderla – questa sì - "handicappata".

In alcune delle mie pubblicazioni scientifiche dimostro la limitatezza dei docenti della scuola italiana (“Lingua e linguaggio nel sordo”, Armando editore), in altri volumi (“Lettera ad una logopedista”, Kappa edizioni, e “Lettera ad una Ministro (e dintorni)”, Armando) denuncio l'ignavia degli operatori sociosanitari e scolastici, che non si rendono conto che sostenere gli allievi sordi senza comprendere la fenomenologia della disabilità dell'udito e della parola significa escluderli dal loro contesto sociale e culturale, dalla loro crescita.

Dopo aver insegnato alcuni anni all’Università di Urbino, sono oggi professore a contratto dell’Università di Macerata, dove insegno Pedagogia speciale e Psicologia sociale dei disabili.

Il confronto con gli studenti e con lo sviluppo di nuove modalità, anche tecnologiche, di insegnamento mi entusiasma ogni volta.