Il governatore, l’amante e i politici italiani

Marzo 21st, 2008

Il governatore dello Stato di New York, Spitzer, è stato costretto a lasciare la carica perché i media hanno scoperto una tresca sessuale con un’amante. Gli Usa sono attenti sulle «corna» di chi li governa. Il vicegovernatore, David Paterson, cieco, che di certo aveva udito nel palazzo i pettegolezzi sul suo principale dirigente, dopo qualche mese di guida amministrativa ha confessato pubblicamente che pure lui incontrava un’amante in uno degli hotel della catena Days Inn. La storia politica di Paterson, che poteva essere edificante per tanti disabili, si è mutata lì per lì nella miseria umana. Qualche giornalista ha scritto che lo «sdogamento mediatico dei diversamenti abili come occasionali figli di buona donna è un progresso culturale». Ahi, la verità è che una percentuale di noi è sollecita a “copiare” le azioni dei cosiddetti normali. Paterson, per giustificare il suo comportamento, ha ammesso che era tradito dalla consorte. Le corna inducono diritti di pari opportunità. Una nota giornalista de Il Corriere della sera,  M. Laura Rodotà scrive: «Un cieco che fa carriera politica e va a far casini nei motel è simpatico… ».  Invece non lo sarà un sordo che grida ai leader di partito per avere pari opportunità di partecipazione alla politica attiva.

Noi sordinon ci rendiamo ancora conto che siamo usati dai politici normali governanti le Istituzioni o che accedono al parlamento col nostro voto, spesso decisivo! Prendiamo, per esempio, l’informazione televisiva della TV di Stato. In moltissimi altri Paesi dell’UE l’informazione, a favore dei sordi o audiolesi, è gestita direttamente da giornalisti sordi. In Italia siamo ancora sottotutela. L’inteprete di lingua dei segni è semplicemente declassata a tradurre in LIS le informazioni scelte o proposte dal giornalista della RAI. Quando saremo noi a poter fare un TG per i nostri eguali? Quando le notizie saranno permesse nella scelta ed elaborate prettamente per il canale visuomanuale e non - come avviene ora - pensate dalla telegiornalista udente per il canale acustico verbale? Capisco che qualcuno affermerà che lo stesso vale per le diverse comunità presenti nel nostro Paese. Vero, ma qui è chiamata la persona stessa nel processo di integrazione socioculturale: e infatti, nel tempo, si integra nella lingua e cultura di maggioranza, grazie proprio all’ascolto. Per noi, invece, c’è l’ostacolo della sordità - come affermano taluni ricercatori sordi - che influenza il processo psicolinguistico e cognitivo. Di fatto accende la nostra identità, il nostro essere-e-non essere nella comunità di maggioranza verbale.

A questo punto diventa penosa la scappatella del politico cieco presa come chance di emancipazione o/e di liberazione da una condizione fisico-sensoriale. In essa ci vediamo la stessa debolezza del cosiddetto normale e, come tale, dovrebbe essere giusticata l’azione, senza alibi e assoluzione. Se pretendiamo gli stessi diritti dobbiamo sottoporci al rispetto delle stesse regole, soprattutto quando vogliamo rivistere responsabilità politiche della comunità di maggioranza. Io disprezzo i politici che, dinanzi all’assemblea di partito o congressuale o dei colleghi in parlamento impugnano la legge urlando la democrazia e le pari opportunità, sapendo - per primi - di violarla quando preferiscono, nelle direzioni nazionali, di candidare i soliti uomini-yes, pronti ad alzare la manina per “fare maggioranza” o per contrastare proposte altrui anche se positive, uomini Lista insomma! Noi disabili sappiamo benissimo che entrando nei partiti o facendo politica ci sporchiamo le mani, come diceva il Priore di Barbiana, Don Lorenzo Milani, ma vogliamo «tirarle fuori pulite». E’ questo il reale sforzo compiuto dai disabili per farlo comprendere ai leader di partito. Quando ci dicono di no mostrano di stare bene con i propri rappresentati di «mani sporche»!

Gente speciale che annuncio

Marzo 18th, 2008

per taluni politici

Io sono un poeta, uno che scrive
sollecitando l’altrui emozione:
e solo allora l’arsura disseto
del mio raccontare Silenzio.
Croce di genti dalla Costituzione scordata:
politici futili, stolti, senza cuore
per noi diversamente stupendi;
a volte io pure mi sperdo
nella loro logorrea stordito
pronta a difesa del seggio.

(Oh volti assenti di giorni andati,
uomini di Silenzio con me decisi
in via Gregorio VII, all’Urbe.
Abbiamo tempo per salvarci?
Non credo alle promesse:
morte parole tramonto di sole;
anche la donna fu raggirata
rubandole spazio di comando.
Vinciamo per risolvere problemi
che stringono cappio in gola)

Hanno chiamato gente di penna
per solcare rotte di un bianco mare
con messaggi di atroci silenzi.
La pietà non è degna di vittoria.
La giustizia convince l’intelligenza
confessando nullità del loro fare
chiusi in loculi d’egoismo governo.
Non cedere mia rinvigorita ragione.
Credici sospinta dalla voce del vento:
soffio stamani è giunto, annulla
miasmi di burocratici respiri.
Vogliamo democrazia,
gente nota per amore e il fare.
Io la conosco nel mio mondo,
voi dite diversamente abili.
Sono persone grandi
vincitori di Dolore e Ostacoli
combinati da voi per frenarli.
Non piegatevi, canterò domani il sole
ritornato a splendere su ogni dove
- resurrezione! -
di gente speciale che annuncio.

(Inedita) notte del 18 febbraio 2008

I candidati al parlamento

Marzo 16th, 2008

Per le elezioni politiche del 13 e 14 aprile i candidati (il termine  deriva dalla candida veste portata dai senatori di Roma per mostrarsi degni del popolo delegante) di molti partiti hanno fatto il diavolo a quattro per essere inseriti nella Lista del proprio partito. Chi non è stato accolto ha perso addirittura la ragione rinnegando, su due piedi, il partito per ’saltare’ sul carro di un altro. Perché tante insistenze e bramosie? Tali uomini non hanno in tasca le soluzioni dei problemi, non sono geni come Leonardo da Vinci. Di solito sono individui che si piegano a disposizioni di parte, alla loro «parrocchia» elettorale, e che esercitano il nepotismo a scapito della meritocrazia. Per loro la politica è una scorciatoia per conseguire privilegi personali, familiari o amicali. Per loro riuscire a farsi eleggere parlamentari è come vincere alla lotteria Italia e, arraffato il premio, pochissimi si impegnano per migliorare le condizioni sociali di una comunità (di cultura, di risorse economiche, di salute, di svantagigo psico-fisico-sensoriale…).

Se guardiamo agli altri Paesi euopei ci avvediamo che i loro rappresentanti politici non hanno gli stessi benefici dei nostri. Così in quei Paesi è ben diversa la selezione dei rappresentanti. Noi italiani crediamo tutti di essere allenatori di calcio e capaci politici. In realtà, molti rappresentano solo la propria presunzione, la smania d’uscire dalla nicchia nella quale sono confinati per carenza di studi, volontà, passione e sacrificio. E’ necessario tagliare la testa, toglierci dintorno la miriade di pagliacci e demagoghi che albergano nelle istituzioni del nostro Paese. Questo è possibile solo eliminando l’eldorado che la gente dappoco auspica di conseguire con la carica elettorale. I “candidati” che ora si azzuffano per entrare in Lista sappiano che verranno retribuiti secondo il guadagno della loro professione. Un esempio nelle Marche è stato il magistrato Vito D’Ambrosio, che fu retribuito con lo stesso stipendio ricevuto nella sua professione, una volta eletto governatore della regione. Chiese e ottenne il distacco. I servizi, intendo le persone per esercitare il compito, furono messi a disposizione dall’Ente. Vero che lo stipendio del giudice è elevato, ma questo stava ad indicare che il suo “impegno politico” era per la comunità, per un’idea o proposito, non per migliorare la condizione sociale per sé e i propri accoliti.

Finiamola di farci prendere in giro.

Movimento Europeo Diversamente Abili (M.E.D.A.)

Marzo 10th, 2008

Oggi, sebbene avessi letto la notizia su alcuni giornali, ho avuto la certezza che il M.E.D.A. scende nella corrida nelle prossime elezioni politiche. Mi complimento con i promotori del raggruppamento. Ci voleva per destare l’attenzione dei leaders politici sul fatto che i disabili devono essere messi nella condizione di far politica da protagonisti. Devo dire la mia esperienza, anzi gridarla perché qualcino si stappi le orecchie o se le atturi per sempre, dicendocelo però direttamente:

1. i partiti in Italia, pur arraffando soldi pubblici per mantenersi o sopravvivere, non favoriscono la partecipazione politica dei diversamente abili perché non forniscono (dovrebbero pagarre) il personale idoneo e/o esperto allo scopo di mettere il soggetto nella condizione di superare le barriere, vale a dire  gli iscritti ciechi (accompagnamento), sordi (interpreti di lingua dei segni o articolatori delle parole) o i soggeti non deambulanti;

2. non hanno strutture, dimostrando che la politica è fatta o deve essere esercitata dai cosiddetti normali;

 3. sono ‘rivoluzionari’ perché obbligano lo Stato a risolvere la problematica intralciante con la loro (possibile) elezione a pubblici ufficiali;

 4. le loro ‘proteste’ o prese in carico di tematiche hanno un forte impatto mediatico e quindi sull’opinione pubblica.

Comunque sia, è giunto il tempo di dire “Basta!” discriminando la partecipazione attiva dei sordi e altri disabili alla politica attiva. La partecipazione è un sacrosanto diritto/dovere sancito dalla Costituzione. I partiti, emarginandoci, finiscono di mostrarsi anticostituzionali: i segretari o presidenti  che li rappresentano veri e propri fuorilegge. Poi è vergognoso che un politico contesti il governo per la mancata applicazione di una legge nei confronti dei diversamente abili quando, il partito da cui proviene, è il primo a violarla, pur accogliendo di tesserare il “diverso”. Sino a quando non combatteremo per la partecipazione completa alla soluzione almeno dei nostri problemi dentro i partiti - tallonando segretari centrali e locali a darci fiducia - la democrazia sarà solo apparente. La proposta del M.E.D.A. è un bene perché porta l’attenzione su questo. E’ una macchia invece la strumentalizzzione di disabili che, come spesso succede, cadono nella trappola dei partiti facendosi candidare nella Lista agli… ultimi poti, divenendo i classici specchietti per allodole.

La Poesia e Il Poeta

Marzo 6th, 2008

LA POESIA
E’ il tutto. L’occhio, l’animo
che emoziona ergendosi in bello:
tramuta, piange, sorride
più o meno con noi;
ciò che vedi, uomo
è Poesia. Universo in Dio.

IL POETA
Nel tuo primo aprire
credi d’essere il primo
e il migliore.
Poi nell’età virile sei come altri
e nel declino sarai
più che mai tu, Poeta.

da Poesie, Editore Gabrieli, Roma, 1971.Š

Polvere di Slenzio

Marzo 6th, 2008

Sono questo mare silente
che l’onda la spiaggia disgrega
che s’accorcia
che si ristringe
nelle fiumane di lacrime
di torrenti delle mie Marche
abbeveranti la massa d’acqua

Oh stasera lo spettacolo della luna
s’ammutolisce nei giochi
di bimbi che corrono ridono
sperando nella vita che verrà.

Sono giunto sin qui
solo
a Porto Potenza Picena
esiliato

Dentro mi sono rivisitato
col mio peccato.
Il sole non risorgerà.
Ho tradito.
Perduto chi mi ha amato
ed ho amato.

Ho penetrato il mio Ego
nella tragedia d’esistere
capire che il gioco finisce
in un’ampolla di polvere
una notte che non vedremo le stelle.

da Renato Pigliacampo, L’albero di rami senza vento, Gianni Iuculano Editore, Pavia 20007. (mailto:info@iculanoeditore)

I sogni di silenzio per far politica

Marzo 2nd, 2008

Arduo è l’Ostacolo
nell’attesa di prendere la spada,
non sai se tu sarai avanti a difendere
quella gente che urla dietro a te.
Sei uomo che tenta di accedere:
ferite ali non più tenteranno il volo,
ti sommergono di ciance i politici
azzuffandosi notte e giorno
per uno scanno di falsa vittoria.

Rauca ho la voce, di vergari della valle
impastata di accenti studiati a tavolino;
eppure io - proprio io poeta -
mi sono caricato il Silenzio
per portarlo dinanzi ai potenti,
nelle stanze dei bottoni ho valutato
che “si può″ spiccare il volo.

Verrà il giorno che saremo noi
a governare con segni precisi leali.
Forse sono illuso, ahimé
non han capito il messaggio;
con Maura ho compiuto ogni sforzo
per sfondare quelle porte d’egoismo,

ma loro contrattano posti
un tira-e-molla senza fine.
Bugie mercantesche scambi ricatti.
Volgo lo sguardo nel buio mare
luci di navi scendono nel Meridione:
mi resta stasera il coraggio
d’aver tentato coi sogni di volare.

(Inedita) - 29 febbraio 2008

Nell’animo degli uomini

Marzo 2nd, 2008

Nell’animo e nei propositi degli uomini veri d’ogni fazione - penso a La Pira, a Dossetti, a Gramsci, a Giorgio Amendola, sino all’attuale presidente della repubblica Giorgio Napolitano - la democrazia è un processo di aggregazione di idee che dovrebbe interessare tutti che non sia gabbata. Oggi, al contrario, la democrazia reale è trasformata in meretrice, attraendo solo i prepotenti, chi grida più forte nei dibattiti televisivi, chi ha più euro per comprare o commerciare il consenso, chi utilizza la calunnia nel mettere in brutta luce l’avversario interno e, quando serve, quello dell’altra parte (…).

Il grande poeta Eugenio Montale scrive in una poesia: «Spesso il male di vivere ho incontrato:/ era il rivo strozzato che gorgoglia,/ era l’incartocciarsi della foglia/ riarsa… ». Aggiungo nella mestizia di questa sera che esclude i disabili dalla partecipazione politica attiva: «… era il politico prostituito per lo scanno,/ era il leader che vedeva miope ogni cosa,/ era chi tesserato etichetta vana/ in cerca di posto di giornata… ».

Resto immoto sulla spiaggia del mio Adriatico a mirare il flusso riflusso dell’onda. Ora lo so: i politici del nostro Paese sono legulei che cercano scorciatoie per se stessi, raramente sono persone che si impegnano per cambiare la società per tutti. Noi disabili abbiamo lottato in questi ultimi decenni per raggiungere l’obiettivo della partecipazione attiva nella politica. Con dignità. Non dobbiamo vergognarci se non ci siamo riusciti. Loro, i cosiddetti normali che fanno politica inseriti in Lista, i candidati insomma che hanno sbraitato in ogni dove per “entrare”, li giudicheremo dai frutti che produrranno. Allora ci alzeremo per applaudirli, ma sarà difficile il compito senza la presenza dei protagonisti.

Laddove tutti…

Marzo 1st, 2008

E’ iniziata la “campagna elettorale” per le elezioni politiche del 13/14 aprile 2008. Gli scermi televisivi sono monopolizzati dai leaders dei partiti. Alcuni elettori innervositi e saturi del bla-bla cambiano sùbito canale allorché scorgono sullo schermo la faccia di un politico noto o meno conosciuto; vanno alla ricerca di un canale ‘libero’; altri  elettori  restanno incollati davanti allo schermo sorbendosi tutte le parole e, alla fine, concludono: “la penso allo stesso modo, voterò il partito che rappresenta..” Il “pesce” ha abboccato. La chiacchiera, che è sorella della demagogia, colpisce ancora. I politici di professione sono  ottimi  addormentatori di cervelli. Allora che fare? L’unica cosa è valutare i leaders nella capacità di esprimere per iscritto il proprio pensiero. Nessuno però osa porgere loro una penna o un pennarello chiedendo pubblicamente di scrivere qualcosa di significativo (…).

Il pedagogista Gesell nel 1956 scriveva: «Non è normale esssere sordo, ma i sordi sono individui perfettamente normali se noi li aiutiamo a superare i problemi del loro handicap. Il nostro scopo dovrebbe essere quello di fare del bambino sordo un individuo equilibrato, capace di affrontare i limiti e i problemi del proprio handicap, e non una brutta copia di  un individuo normoudente.» Questi politici invece pretendono di farci come loro. Spegnendo la nostra originalità. Troppi operatori che si prendono cura dei sordi dicono che la normalità alberga solo nell’essere udenti. Il grande psicologo russo L. S. Vygotskij affermava fiducioso: «Probabilmente l’umanità prima o poi sconfiggerà la cecità, la sordità e la debolezza mentale. Ma la sconfiggerà molto prima sul piano sociale e pedagogico che sul piano medico e biologico.» Ahimé, invece siamo in ritardo proprio nel processo sociopsicopedagogico dell’accoglienza. La medicina è in anticipo, pretendendo di renderci tutti vedenti-udenti-mentalmente idonei. E’ evidente:

laddove tutti sono condannati a vivere nella normalizzazione ci si dimentica dei diritti violati di coloro che restano se stessi.

Bisogna che tutti i disabili si uniscano per far rispettare la Carta Costituzionale.

Š

Troppa medicina specialistica e poca conoscenza psicopedagogica del fenomeno sordità

Febbraio 29th, 2008

Non si parla della sordità a sufficienza come fenomenologia sociale, evento; se ne discute invece troppo a livello medico specialistico, cosicché non si studia più il «metodo» per le necessità dello scolaro. Gli insegnanti cosiddetti di sostegno, non hanno conoscenze specifiche per elaborare progetti di apprendimento secondo la peculiarità del bambino. Nelle scuole specializzate di un tempo il docente si avvedeva dell’insufficienza riscontrata nell’alunno comparandolo ai simili presenti nella stessa classe. Spesso si avvedeva che lo svantaggio d’apprendimento non centrava per niente con la sordità, era causato dalla svogliatezza, da disattenzione nel seguire le spiegazioni eccetera. Eventi presenti come nello scolaro udente. Oggi notiamo che il bambino, per ogni ordine e grado di scuola, è “visto” come presenza che – per quel che fa o riesca a fare quasi come il coetaneo udente – diventa un fatto eccezionale! I docenti polivalenti  (sic) si stupiscono allorché il loro alunno comunichi per iscritto abbastanza chiaramente il pensiero. Quante volte nelle mie esperienze di visiting nelle scuole o di docente ho dovuto sorbirmi la labiolettura degli insegnanti polivalenti che mi annunciavano entusiasti che il loro alunno «è normale», «capisce tutto», «sa parlare bene» per il motivo, appunto, di impostare un dialogo a voce! Io non ce l’ho con i docenti di sostegno, perlopiù brave persone, sono incavolato - così la maggior parte dei sordi istruiti e colti - con lo Stato che non perfeziona i docenti secondo le loro richieste di divenire professionisti di un settore specifico della scuola. La professionalità è presente solo in alcuni di loro, negli altri le conoscenze didattiche e di comunicazione – se ci sono! – si estendono per ogni tipologia di disabilità. Per lo Stato, favorire un buon insegnamento nei confronti dei disabili, significherebbe aumentare risorse da investire; solo così ne sortirà un docente realmente specializzato, un professionista la cui opera – giustamente – va riconosciuta a livello economico; al contrario si continua ad andare avanti restando sul «pressappoco», sulla «polivalenza», sulla fisima di acquisire la lingua verbale, fermandosi sempre sulla soglia. Ignorante è il Paese che si blocca a mezza via nell’istruzione dei disabili, non avendo capacità né volontà di migliorare la qualità dell’istruzione, non riconoscendo che sono proprio i disabili!, veramente integrati, a favorire la crescita culturale migliorando la scuola. Lo psicologo L. S. Vygotskij affermava a cavallo del secolo scorso che «l’umanità prima o poi sconfiggerà la cecità, la sordità e la debolezza mentale (…)», aggiungendo poi che prima avverrà tuttavia la conoscenza del fenomeno per via sociale, pedagogico e psicologico. Ahi, non è stato così. La sordità appare sconfitta, oggi, con gli impianti cocleari, con le protesi computerizzate, con le staminali  eccetera. Il bambino sordo diviene, con la nuova tecnologia, un individuo del «sentire» e non dell’«ascoltare», là dove la persona è in marcia per crescere individuo cosciente della propria potenzialità. Negando al sordo un’istruzione elevata gli si nega la piena coscienza dei propri diritti. Il problema va ricondotto nelle strutture appropriate della scuola e dei docenti specializzati.