Ti conosco solo attraverso l’attenta osservazione della tua fisionomica negli incontri delle assemblee nazionali, che vanno nell’arco di un decennio del Movimento Italia dei Valori prima e del Partito poi. Un percorso che va da Rimini, mi sembra vestissi la divisa di poliziotto, sino all’ultimo incontro di Vasto del mese di settembre 2008. Vedevo leggere le labbra di tanti, indicandoti «Quello è il figlio di Di Pietro». Io e gli amici silenti, volti anonimi tra i tanti provenienti da ogni dove d’Italia, ma non ignorati. Infatti guardavi, non distante dai relatori, la giovane che faceva “i segni dei sordomuti”, come spicciamente gli udenti nominano la lingua dei segni. Poi rompemmo la “barriera del Silenzio” tu e io ed osai proporti come si faceva «Di Pietro» in Lingua Italiana dei Segni (LIS). Così agendo notai che tua sorella, seduta accanto a te, era affascinata delle mani in movimento. E proposi altri segni: “poliziotto”, “politico” e “Idv”. Non ti capacitavi come noi esponenti del mondo del Silenzio fossimo approdati all’Idv: e io loro capofila orgoglioso, insieme alla prof.ssa Maura Marini, che tuo padre chiama “la mia Pasionaria”. Ora, Cristiano, non mi è chiaro di che cosa sei incolpato. Sei un tutore della legge, mi sembra in aspettativa. Tua moglie svolge il tuo stesso lavoro. Sei padre di tre gemelli! Leggendo i quotidiani seri ed equilibrati ne esci, per il lettore comune, come un buon ragazzone. Ma a te non si può attribuire l’aggettivo che, Padoa Schioppa, rese famoso durante il governo Prodi, bamboccione. I bamboccioni sono una categoria in attesa, quasi semifalliti che stazionano fra il Bar e lo Stadio. Questa appartenenza non può esserti attribuita. Allora permettimi di dirti, Cristiano, che sei ingenuo, un bonaccione che interpreta le regole alla buona. Forse come usava fare il contadino di una volta che, adocchiato il toro di razza del viciniore, chiedeva al proprietario che lo favorisse nel montare la sua vacca, ma che il vitellino che ne sarebbe venuto restasse di sua proprietà. Tuo padre l’ha compreso (quasi) subito scendendo nell’arena politica come funzionino le cose. Tu ancora no. Che significa, Cristiano? Vuol dire che siamo invasi da esperti bravi nel recitare la propria ‘parte’: e se leggerai questa mia sino alla fine capirai. Mi permetto delle riflessioni, che appaiono esulare dalla tua vicenda, ma non è così. Noi sordi e ipoacusici eravamo ad un passo, alla fine del governo Prodi, dal riconoscimento della lingua dei segni, fu approvato un Dl, affinché la stessa fosse riconosciuta strumento di comunicazione della comunità sorda. Come avviene in molti Paesi nordici (Finlandia, Danimarca ecc.) e fosse insegnata nella scuola come lingua facoltativa. La presidente nazionale della nostra associazione ENS, Ida Collu, sospingeva per il traguardo. L’osservazione dei Silenti nelle assemblee nazionali, forse non ti ha dato tutta la capacità di “vedere” le persone. Perché l’opportunità di osservare e parlare de visu col tuo interlocutore ti avrebbe evitato d’essere spiato. Poi la spiata di taluni compiuta nei tuoi confronti per avere riscontri delle raccomandazioni per gli amici, non è condannabile perché non c’è nulla di imputabile. Si vuole solo la gogna dell’ex-magistrato Di Pietro nel momento in cui ha osato risvegliare gli italiani dal sonno perché dimenticano che il capo del governo non è stato giudicato dalle accuse per prescrizione. Tuo padre è «colpevole», per tanti politici infangati, per il fatto che porta avanti, in Parlamento, la stessa fermezza dell’impegno in magistratura. I nemici politici di tuo padre, manco a farlo apposta, hanno considerato una leccornia massmediale la tua ingenuità. Marco Travaglio, che ritengo uno dei giornalisti più intelligenti, ad una domanda di un collega se la tua disavventura aveva nociuto all’Idv, ha risposto: «Di Pietro senior ha fatto un figurone». Ma tra la tua condanna e la Lex (Legge), tuo babbo ha alzato la mano, disponendo agli ex-colleghi: «Si vada avanti. Indagate a 360°.» Ricorda la vicenda di Salomone, al quale furono condotte due donne, entrambe affermavano che erano genitrici di un bambino. Salone, giudice imparziale e ispirato, propose di suddividere il bambino in due parti uguali affinché si accontentassero entrambe. La madre vera urlò immediatamente: «No! Gli sia dato.» Confessando lì per lì d’essere la vera madre. Conclusione, Cristiano. Siamo circondati da opportunisti. Tu sei stato una vittima dello spettacolo politico del nostro tempo, anzi di questo continuo recitare alla corte delle televisioni di proprietà di quello lì. Ogni settimana o mese abbiamo una recita teatrale: la vendita dell’Aitalia, Kakà e altre innumerevoli “parti”, con la smania del sondaggio. Intendi? Mi fermo qui. www.renatopigliacampo.it