IL SIGNOR B.

Maggio 11th, 2010

                    Anche nell’Idv albergano i burattinai?

L’Idv è votato dagli elettori considerandolo partito che esprime due principi: la Giustizia e la Democrazia, ovviamente con i rispettivi corollari. Perciò dobbiamo essere leali con chi ci vota facendoci, prima che altri ce lo rinfaccino, la domanda se i dirigenti e/o coordinatori periferici sono selezionati su questi principi.  La «Giustizia» legale non è solo rispettare le leggi o le normative, rinfacciando sempre al Signor B. quelle leggi ad personam, è «più altro», per esempio, verificare se le leggi sociali (ma tutte le leggi oneste sono sociali perché tutelano i diritti delle necessità concrete dell’individuo) sono rispettate nell’Idv o, se gli eletti nello stesso, si adoperano a farle rispettare: penso alle leggi sull’integrazione scolastica dei disabili; alla partecipazione reale dei diversamente abili in seno al partito, implicando la presenza di personale qualificato che induce a farsene carico, iscriverli soltanto o sollecitarli a votare il tal dei tali, non risponde a democrazia, se non che a mera astuzia. La «Democrazia» è in  relazione con l’altra perché, chi critica, lo fa per un motivo spesso documentato, perché ritiene di aver subito un torto, cioè è stata offesa la giustizia. Troppi analfabeti politici e, di fatto, di democrazia seguono atteggiamenti di leader nazionali, propagandati dalla televisione (…).  Molti di costoro non hanno il minimo ritegno e obbediscono al Capo territoriale, che li “governa” per accrescere il proprio potere in una zona o regione. Sono valutazioni vecchie come… l’uomo che è in politica! Ma oggi, che l’informazione corre in tempo reale, induce a procedere con attenzione estrema, soppesare le parole, agire e decidere  collegialmente, l’autorità motu proprio non è ammissibile, soprattutto in un partito come il nostro che porta con sé l’icona di valori sanciti dall’impegno del proprio leader. Se Democrazia chiama Libertà, poniamoci la domanda: di che cosa? Non certo azzittire un iscritto urlandogli «Ti butto fuori dal partito!», oppure «Respingo la tua domanda d’iscrizione perché mi fai ‘ombra’!». Chi agisce così è uno che copia letteralmente il signor B. e, oltre a far male all’Idv, si rende ridicolo coinvolgendo chi gli permette tanto! La libertà allora nell’Idv sia fiamma viva che conviva con la critica. Risponde a vero l’opinione di quel filosofo che «a dare le risposte sono tutti capaci, basta articolare la bocca emettendo parole sonore, ma a far domande ci vuole la testa di un genio perché obbliga pensare». Essendo chi scrive non udente non necessita udire ma vedere: e mentre osserva la motilità dell’ interlocutore, nel cercare una risposta qualsiasi per trarsi d’impaccio con l’esercizio articolatorio, capisce che certuni sono al servizio nel partito per rafforzare (chi è davanti). Servo che non “costruisce” valori. E’ deplorevole chi non arriva a capirlo e, se ci giunge, si presta a quell’odioso gioco che lo fa diventare doppiamente biasimevole.  L’Idv abbia la dignità di non utilizzare questi individui.  www.renatopigliacampo.it

Le bugie di Berlusconi

Aprile 26th, 2010

Nei giorni susseguenti lo scontro FiniBerlusconi, costui ha affermato: «Sono in pace con me stesso, non ho rimpianti, non ho rimorsi, non ho mai fatto male a qualcuno. Quando vado a letto la sera mi guardo allo specchio e mi dico: se stasera arriva l’angelo della morte, mi prende con la coscienza pulita.»  Chi segue le sortite di B. dalla sua scesa in campo politico scoprirà, nelle parole, bugie, che assurgono a menzogne, frasi studiate a tavolino, ad uso e consumo dei creduloni. Il signor B. è uno stratega, utilizza le parole come un mago, sapendo che, la gran parte della gente, non ricorderà mai quel che ha detto qualche tempo prima. Tutto quel che Berlusconi dichiara lo lancia al vento, per idolatrare se stesso. Ci riesce perché conosce il suo pollo(elettore), che blandisce con i programmi delle sue televisioni; e i suoi sondaggisti e masmediologhi lo servono per annunciargli, in tempi reali, quel che la gente vuole che si dica. Fini, criticando la gestione del Pdl-azienda, compie l’encomiabile azione di ridare alla Camera la funzione di reciproco confronto tra i partiti, quel che la «dittatura volutamente celata» tra battute, goliardie ed escort a disposizione di parecchi ricalcitranti ai diktat di B., ci viene nascosto. Gli italiani devono essere riportati a «pensare politica», non a stare a sentire la sirena Berlusconi. Al Caimano non frega niente della democrazia, perché non l’ha mai praticata. Chi conosce la storia dell’uomo di Arcore si avvedrà che è il campione perfetto dell’acquisto-usa-e-getta della persona. Quanti professionisti della parola e dell’immagine ha sottratto ai concorrenti? Tanti. Molti non potevano essere inseriti nei palinsesti delle sue televisioni: ma li pagava, li teneva immoti sul sofà degli studi. Intanto costoro, come i campioni inattivi, sperdevano la capacità di svolgere la professione.  Il gioco di B. era fatto! Obbrobrioso modo di comportarsi che ha sedotto anche leader di altri partiti i quali, come grilli, si sono mossi saltellando su ogni terreno, credendo d’essere loro stessi Berlusconi, senza averne classe e astuzia. Di questi “signori”, in periferia, Bersani e ADP ne hanno a bizzeffe. La maggior parte delle energie di questi pretendenti generali va sperdendosi in rancori, dispetti, inimicizie, operando per lo più per emarginare i capaci o chi vuole testimoniare il nuovo in politica. Bersani e ADP dovrebbero far sì che i galloni di capitano, maturati per impegno, coraggio e democrazia nel partito, restino motus operandi dei dirigenti regionali, piuttosto che     gli eletti in parlamento della regione  si intromettano e   – con motivazioni più o meno discutibili –   decidendo di affidare assessorati e incarichi ai propri fans  che, genuflettendosi, accettando prebende post elettorali, il cui  scopo principale è  accrescere i (sempre) il potere del vassallo nella circoscrizione. E’ un modo di operare che non accresce consensi alla lunga perché, se viene accontentato  il solito presuntuoso capetto locale, alla fine si finisce per umiliare e allontanare chi ha valore e capacità. Il Pd e l’Idv per divenire credibili - sia come opposizione che forza di governo - devono sfuggire queste persone che svolgono una politica contraria al bene comune.     

Il politico presuntuoso eletto in Parlamento

Aprile 5th, 2010

Noi che affermiamo d’essere specie umana
non ci avvediamo dell’egoismo quotidiano
innestante «tutti siamo eguali»;
invece c’è sempre taluno superiore
che ci spaventa col suo saper fare
per questo lo chiudiamo nel recinto;
stufo, l’Italia talvolta lascia:
intelligenza esiliata in stranieri siti
a fatica la lingua colà biascica:
negligente fu la patria
formica misconosciuta, vaga.
(…)
Giustificarsi non serve, politico.
Sei quacchero, zero.
Quel che fa piangere il cuore
è che non avverti la tua sventura;
dallo scranno d’eletto a Montecitorio
articoli vuote parole.
Non hai appreso dai saggi qui passati
che tacere è sinonimo d’intelligenza.

Difficoltà dei disabili in politica

Marzo 20th, 2010

Ritengo che a taluni lettori interessi poco l’argomento che talvolta tratto. Ma  mi avvedo ora, seguendo Mirko Montecchiani, candidato per la Circoscrizione di  Macerata al consiglio della regione Marche, quanto sia  arduo ai disabili sensoriali accedere alla politica; io ne ho avuta esperienza e, ora, ritrovo lo stesso sforzo e sofferenza in Mirko. Il poeta Seamus Heaney scrive: nei versi di una sua poesia «E quando il fonico sordo allungava/ la mano/ sulla calotta cranica di un parlante/ era in grado/ di distinguere dittonghi/ e vocali/ dalle vibrazioni sonore trasmesse/ dall’oso.» Ma io non ho necessità di queste “vibrazioni”. Per individuare le intenzioni mi basta guardare gli occhi dell’interlocutore. Alcun dell’Idv vanno alla scuola di Berlusconi per imitarlo nel divenire come lui: avere il consenso per crescere in potere. E per i disabili fare politica è stress per il fatto di doversi misurarsi con candidati cosiddetti “normali” considerano la politica una conquista per uno status di  potere e di benefici economici, raramente il voto premia la capacità dell’individuo e il suo coraggio. Noi disabili – per taluni partiti – siamo considerati un deposito di voti, in particolare le associazioni organizzate. Fanno testo le parole dell’economista Galbraith: «L’emarginazione è crudele. Più grave e umiliante è essere continuamente frustrato nei tentativi di evaderne.» Ora riflettiamo che il disabile sensoriale, in questo caso un cieco o un sordo, s’impegna in un partito  strutturato e organizzato per persone che vedono e parlano bene, camminano o accedono alla comunicazione senza difficoltà: I candidati non si pongono nemmeno il problema, anzi annunciano che, qualche candidato, sfrutta la propria disabilità per ottenere consenso. Come taluni uomini dappoco sospettano che la donna politica di successo è una “donna orizzontale del leader”. E’ necessario considerare i candidati inseriti in Lista su un’altra ottica, che deve sortire dall’imprescindibile capacità intellettuale e culturale, dalla testimonianza di un vissuto di valori. Ciò dovrebbe essere la bibbia dell’Idv,  invece… www.renatopigliacampo.it

La verità è nell’evidenza

Febbraio 18th, 2010

  

Non ho più timore di confessare ciò che penso, per il semplice motivo che esercito la mente su quanto l’interlocutore si aspetta da me,  vale a dire quel che egli stesso sa ma  non ha il coraggio di comunicarlo liberamente. La verità è questa: siamo sempre bloccati sulla soglia della scoperta del vero e del profondo della nostra essenza. «Chi nega un’evidenza – scrive Raffaela La Capria (cfr Il Corriere della sera, del 17 febbraio 2010 - falsifica tutta la realtà, anche quando non crede di non farlo. Negare l’evidenza è il primo passo per negare il valore della verità, mentre l’evidenza, una volta constatata, è una porta aperta sulla verità.» La porta però rimane chiusa dalla confessione per i nostri comodi: e sino a quando non infrangeremo le catene che non ci liberano dalla nostra psiche involuta, la porta non s’aprirà mai, rinunciando alla lotta da una parte e, dall’altra, «quelli» se la caveranno dichiarando un complotto. Per questo è affascinante la testardaggine di Antonio Di Pietro nello sforzarsi di far emergere la verità. Un magistrato, anche chi non eccelso, esercita sempre “un’azione dovuta” per l’ipotetica violazione della legge e, dall’altra, c’è il “diritto di garanzia”, affinché chi dice il contrario, possa dimostrarlo davanti al tribunale dello Stato. Chi tenta di sfuggire a ciò nasconde la verità, è evidente che vuole imbrogliare il giudizio. 

FINE DI UNA STORIA

Febbraio 9th, 2010

E’  facile capire
                        nel gesto d’amore messaggi
che sorgono dall’anima
estendendosi nell’universo della ragione.
Non più contano per lei le parole.
La complicità annida nella carezza
baci, nell’amplesso unisce e vince
l’atavica ritrosia di restare autistico.
Oh mistero d’amore che lega cielo e terra!
Mi ritengo negato per amare
chi affiora dalle onde del mare
e nei quotidiani giorni mi si dona.
Ma io sono senza speranza di fede,
non mi piego al perdono su ciò che è stato,
né ritorno alla terra calpestata bambino;
declamo preghiere al vento
oltre le colline delle Marche conduce.
 (…)

IL TRAMONTO DI UN AMORE

Febbraio 8th, 2010

 Amore è speranza all’amore che dona.

Io so di averti deluso.

Ma credimi non fu facile costruire l’amore

accerchiato dall’egoismo dell’uomo.

Eri così dolce nel dono della prima ora

nel dare ricevere i miei baci

nell’ardimento d’essere tu/io.

Coglievo la rosa e il sole

nel tuo corpo e nel cuore

ripetendo cento e mille volte «Ti amo»;

coglievo parole elevate al cielo

«Ti amo più dell’Universo» confermavi.

Era sogno o illusione del momento?

Non credo nell’abbandono, sebbene tardi.

Se avessimo seguito l’impulso del cuore

ora saremo nel Parnaso degl’innamorati!

Reciproco perdono invoco, stasera.

La notte scende sulla nostra vita.
 

dal “Lido Bello” di Porto Potenza Picena, 15 ottobre 2009

Mare bagnato d’illusione

Febbraio 6th, 2010

 

Sarai tu spoglia simile all’agro d’autunno
come le cime delle vette d’estate
come la spiaggia d’inverno
di là della mia casa
che volge la cimasa alla Croazia;
di te mi sovviene il ricordo
nell’angoscia di traboccare linfa
d’un ingenuo contatto giovanile
al richiamo di sensi avvinti alle tue braccia,
vogliosa come giovenca
al primo calore d’aprirsi madre;
eppure da te sono scappato
ricercando nuovi orizzonti,
tragico addio di gioco concluso;
ormai avvinto piego il capo
su foglie di sicomoro,
la gloria mi ha tradito.
Gli uomini s’addormentano
                                              lasciando
invisibili spazi di ghirigori
sull’oscura muta rena della sera.
Mare, pur tu bagnato di illusione.

I disabili esclusi in politica. L’Idv ne prenda atto

Gennaio 12th, 2010

 (Nota. Questo intevento è riportato anche sul periodico, come altri, di Orizzonti Nuovi dell’Idv. Vedi www.orizzontinuovi.org)

E’ iniziata la campagna elettorale per le elezioni regionali. I candidati hanno individuato, con astuzia, le associazioni di volontariato o di “categoria” nelle quali attingere il consenso. Una volta, tout-court, indicate come “serbatoii di voti”.  Sono presidente regionale di un di un’associazione di disabili sensoriali e mi dà fastidio che taluni candidati giochino alla vecchia maniera la ricerca del consenso elettorale. Per molti politici noi disabili non siamo considerati soggetti protagonisti, ma persone passive, incapaci di  affrontare la soluzione dei propri problemi. Siamo sempre e solo giudicati incapaci; è evidente, reale, inconsapevolezza, anzi offesa  l’indicazione “diversamente abili”. Che significa? I geni, quando concepiscono il nuovo, appunto, ex-novo, sono diversamente abili nelle proposte! Non ho mai visto una comunità evolversi  sullo status quo. Noi sordi (ad personam, in questo caso, NdA) siamo costretti a convivere e interagire con personale e strutture utilizzati dalle persone comuni. In tutti questi anni, ai vari governi, che cosa abbiamo effettivamente chiesto sennonché una comunità strutturata per tutti? Ciò che   tanti Paesi stanno attuando, dopo aver firmato la Risoluzione dell’ONU per  permettere la partecipazione sociale, culturale e politica  di chi ha problemi sensoriali e psicofisici. Non possiamo non verificare, anche nell’Idv che parla di “valori”, un ritardo di anni nell’attuazione di un processo culturale e strutturale che permetta la partecipazione reale. ADP e i suoi “colonnelli”, si sono rivolti allo scrivente per aprire un dialogo politico in un mondo difficile come il settore disabilità, ma  raramente – solo  nelle adunanze  ufficiali di partito –  si ricorda la tipicità della disabilità, magari chiedendo la presenza di un “interprete di lingua dei segni” per i sordi e gli ipoacusici. Oggi, nei Partiti, è urgente - non solo  l’educazione alla legalità e al rispetto delle Istituzioni - ma anche ogni iscritto   che si attribuisce «normale» deve  avere l’umiltà di lasciar fare, in specifici settori, ai protagonisti. Capisco che siamo tutti, perché persone, protagonisti, ma i disabili sono più protagonisti degli altri che vogliono la delega perché sperimentano, sulla propria pelle, un vissuto difficile. Siamo stufi che, gli atteggiamenti dei politici cosiddetti normali, contribuiscano a tenerci lontano dalla soluzione dei nostri problemi. I leader di partito, per  limiti   sociologici e culturali, non si avvedono di lasciare potenzialità sulla soglia delle segreterie. «Ogni diversità costituisce uno stimolo nuovo per sforzare il pensiero» ammette lo psicologo J. Korczak, perché implica una visione della società a 360° che, un acuto leader, non può lasciarsi sfuggire. Ecco una definizione, a pennello per noi, della scienziata Margherita Hack molto attenta e aperta su queste tematiche: «Unire la lingua all’intelligenza nel parlare di handicap può essere un modo per tenere alta l’audience e senza strumentalizzare i problemi, a patto, ovviamente, di saperlo fare.» I politici che vogliono il nostro consenso lo sanno fare? Ne dubito.

Lo psittacismo dei politici

Gennaio 11th, 2010

 (Riportiamo qui alcuni ‘pezzi’ che teniamo nella rubrica sul periodico dell’Idv.  Chi vorrà cosultarli entri nel sito www.orizzontinuovi.org)

Caro Marco, è molto tempo che non inizio il “pezzo” facendo il tuo nome. Volevo tenerti fuori dalle lagnanze  politiche. Per la persona onesta far politica, in Italia, significa rovinarsi il fegato. Solo i ricchi o gli imbroglioni di mestiere possono permettersi altre strade, accostandosi alla politica… Ferdinand Berthier, allievo sordo di Bébian, creatore della Societé Centrale des Sourd-Muets de Paris  scrisse: «I sordi appartengono alla società degli uomini, non a quella dei pappagalli.» In quel periodo storico si voleva “far parlare i muti”. Oggi parlano e ragionano, ma parecchi partiti li vogliono “pappagalli”,  mentre noi apparteniamo al genere dei  Protagonisti: e per il  fatto di riconoscerlo molti alti politici ne hanno paura, eludendoci dalla partecipazione. Siamo molto indietro per comprenderlo. Occorre che i partiti si facciano carico dell’educazione dei propri iscritti alla democrazia, non allenarli allo psittacismo. Ma i leaders se ne guardano bene, per non essere scoperti nelle loro furbizie. Il resto lo intuisci. Tuo padre. www.renatopigliacampo.it