METODO PIGLIACAMPO

Dicembre 5th, 2010

Ogni tanto viene fuori qualcuno che spaccia un  metodo: e fa soldi, tantti. Ma che dice? che propone? che cosa ha inventato? L’Italia è il paese della turlupinatura. Infatti, quando andiamo all’estero, ci pensano un pochino (ci avete fatto caso?) prima di inserire la carta di credito nell’apposita ‘macchinetta’, quando dobbiamo pagare il conto, dapprima ti guardano con un atteggiamento (…). Ma io ho proposto un metodo serio, documentato nell’applicazione, che non smisto per far soldi. Riprendo dal mio  testo, a pag. 240, del volume Nuovo dizionario della disabilità, dell’handicap e della riabilitazione, Armando, Roma 2009.    «Il metodo Pigliacampo è un procedimento d’insegnamento ai ciechi di nascita o divenuti tali in età evolutiva o da adulti della lingua dei segni dei sordi o, al limite, di un gruppo di segni. La mia scoperta o, di verifica, è avvenuta all’inizio di questo terzo Millennio che, ritrovandomi con alcuni  sordi, con i quali avevo convissuto nell’Istituto per sordi e avevamo appreso in quella sede la lingua dei segni, avendo - negli anni - alcuni di   loro avendo perso totalmente la vista, facevano fatica a comunicare col braille o il sistema Malossi, ma che nello scambio interrelazionale tattile avevano conservato i processi mnemonici  cinestetici. L’esperienza del mio segnare, di cui io conoscevo anche quella degli amici, mi  portò a proporgli - nell’attuale scambio che, per essi, avveniva nel buio - di utilizzare aree del corpo, ogni area raggruppava una quantità di segni. Il procedimento è individuale. Ogni volta si presenta un gruppo di segni, il segno va dapprima accompagnato con la mano dominante del protagonista che si appresta ad apprendere: si ‘guida’ formando la configurazione, poi si predipone l’orientamento accompagnando il movimento sino al luogo segnico. L’esercizio segnico va ripetuto più volte, per mezzo della mano-guida, sino a quando il cieco non chiederà egli stesso di voler segnae da solo. L’obiettivo è quello di permettere al cieco di orientarsi nello spazio neutro e negli altri luoghi segnici, cioè nelle zone definite del proprio corpo, acquistando padronanza d’azione per raggiungere, infine, conoscienza delle forme degli oggetti perché, elaborando il segno, ne comprenderà la forma. E’ possibile passare, dopo la conoscenza di segni singoli o isolati, a due o più segni  corrispondenti a signifivati compiuti.»

SETE DI CONOSCENZA

Novembre 7th, 2010

                                        Rochester, N.Y. 1 agosto 1990
 

Raggi di sole hanno acceso il suolo
solcando il cuore della terra:
e io cammino sull’orlo dei solchi
col cuore crocifisso di dolori.
Tu porti stesso amaro fardello?
Sei nel solco o voli spazi siderei?
Il tempo segna di rughe il volto
divenuto simile a prati in fienagione
dove erba s’è data alle falci
per ridonare verdi steli a primavera.
Vieni con me.
Stasera riscrivo ogni verso
riprendo profumo di valli
scogliere figli vocianti gabbiani
Il mondo è nostro
quando siamo baciati di gioia.
Ma la mia felicità non arriva:
dimmi se verrà dopo morte?
Nemmeno tu confermi.
Resto con la sete di sapere.
Da Canto per Liopigama, CASISMA Edizioni, Porto Recanati 1995
 

L’UNTO DEL SIGNORE

Ottobre 23rd, 2010

 

  

Sono certo che parecchi lettori ricorderanno che, il Signor B., all’inizio del suo governo si incensava d’essere «l’unto del Signore», o meglio il nuovo Messia che ci avrebbe portato nell’Eldorado, dimenticando d’essere – sebbene miliardario – anche lui un uomo mortale. Sono trascorsi parecchi anni del suo maneggiar politica, senza che avessimo, ancora oggi, chiara idea del motivo del suo “scendere in campo”.  Eccolo lì – questo Unto del Signore – secondo l’opinione di grandi giornalisti, di osservatori politici compiere nefandezze verso i leaders della sua coalizione  di governo. La miseria umana dell’uomo che ci governa appare evidente nella mancanza di carisma, se non altro di un operare mascherato, nel momento  delle difficoltà, nell’astuzia becera, di abilità di sapersi incensare e di manipolare il consenso sia mediatico che di solerti fans (a pagamento). Auspica vivere centotrent’anni. Glielo auguriamo perché non è degno di persona mortale gioire la morte del nemico politico, considerato che ci sono tanti “morti viventi” in Parlamento! Dall’esultanza del potere (“l’unto del Signore”) è sceso nel linguaggio peggiore di un bevitore d’osteria ubriaco, sino a bestemmiare Dio (così riportano tutti i giornali). La superbia e l’ottusità mentale non hanno limiti. Anche la rana voleva divenire voluminosa come il bue, ma fece male i calcoli scoppiando in mille pezzi. Così finirà il signor B.: e tutti i seguaci, d’inizio e   fine della sua  storia politica, una volta “esploso”  diranno  - ammaestrati dalle sue menzogne - di non averlo mai conosciuto.  Sono trascorsi mesi e mesi di diatribe sulla proprietà della “casa di Montecarlo”. Tutt’Italia, il mondo hanno visto che le “battaglie” nel nostro Paese avvengono - non per i programmi di governo e di migliorare le condizioni di vita dei cittadini - bensì per disarcionare l’avversario politico quando, costui,  si oppone  al leader, nel nostro caso a Silvio Berlusconi. L’ex-ministro del governo Craxi, Formica, ebbe a dire che la politica “è merda e sangue”, ma oggi è peggio ancora: è vergognosamente blasfema.  Il presidente della repubblica emerito, Oscar Luigi Scalfaro, che è credente e cattolico praticante inorridisce. E le parole di Aldo Moro sono chiaroveggenti: «La società di domani, quella che vagheggiamo e per la quale lavoriamo, ha bisogno di uno Stato impegnato, articolato, caratterizzato da una efficace cooperazione dei poteri e da una corretta e agile amministrazione.» Assistiamo, invece, che un deputato del partito del capo del governo, l’On. avv. Ghedini, stipendiato dai cittadini, dedichi tutto il suo tempo a tutelare le miserevoli faccende legali del suo leader; lo scontro - fomentato dallo stesso capo del governo – fra le massime Istituzioni non ha tregua; l’insulto, più che il dibattito primeggia nei massimi poteri politici e istituzionali; il dossieraggio sulle abitudine sessuali e gli investimenti economici dei  leaders albergano fra le fazioni politiche. L’unto del Signore, Deus et machina nel prendere per il naso i cittadini onesti d’Italia, sta concludendo il suo ciclo politico; e, mentre questo succede, mi allarma una cosa che, anche nell’Idv, ha lasciato il Signor B. funesti indizi del suo “far politica”. Auguriamoci che ADP se ne accorga in tempo perché, se non avverrà, tutte le battaglie portate avanti con tenacia e sacrifici, per un Paese che rispetti le Regole democratiche e le Istituzioni, andranno sperse come bolle di sapone.   

La Rupe Tarpea: azioni d’ignoranza ed egoismo

Ottobre 4th, 2010

Non c’è più selezione naturale. Ritorniamo alla Rupe Tarpea. E’ il contenuto  di un commento di Joanne Maria Pini, compositore e docente di armonia al Conservatorio di Milano. E’ l’opinione che ha lanciato su facebook. Disabiti d’Italia, ribellatevi! Scrivete al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, alla Ministra dell’istruzione, Mariastella Gelmini, anche - se credete - al Capo del  Governo, Silvio Berlusconi. Smettiamola con gli insulti ai disabili! Eppure, fra loro, ci sono scrittori, validi studiosi, poeti, scienziati di chiara fama. I disabili sensoriali, mi riferisco ai sordi e/o ipoacusici, ai ciechi e/o ipovedenti, sono sempre tenuti sulla raticola; le loro capacità psicocognitive sono nella norma purché fruiscano di docenti in possesso di professionalità di trasformare il Sapere in chances apropriate, secondo un processo noologico e di stimolo delle aree cerebrali proprie dei disabili sensoriali  (ciechi e/o sordi). Ciò non avviene mai. I ministri, tutti quelli che si succedono in viale Trastevere, sono allo status quo nell’impatire insegnamenti restando su itinerari didattici tradizionali ed obsoleti. Gli insegnanti non sono preparati secondo i bisogni specifici dell’apprendimento. Restano ancorati a vecchie metodologie didattiche e/o perché non si studia la disabilità dei processi di apprendimento appropriati. Questa scuola condanna all’ergastolo i bambini sordi/ipoacusici per una propagandata inclusione e integrazione che mai c’è stata secondo i reali bisogni (cfr Scuola di Silenzio, Lettera ad una Ministro (e dintorni), Armando, Roma 2005). Erano migliori, a dirlo con onestà,  le tanto vituperate  «scuoole speciali» dove, almeno, i sordi avevano la ‘fortuna’ di confrontarsi fra di loro. Oggi, in Italia, ci sono 95.000 cosiddetti “insegnanti di sostegno”, ma quanti effettivamente sono capaci d’insegnare a chi non ode? La colpa e il fallimento dell’inclusione didattica e dell’integrazione dei disabili sensoriali sono da attribuire ai Ministri dell’istruzione che si sono susseguiti ogni nuovo governo. Per molti genitori la carenza di professionalità dei docenti si è trasformata in rabbia, in disprezzo della loro professione. Ma dobbiao pur giustificare i docenti perché sono vittime di questo decennale andazzo della Scuola. Bisogna ristudiare l’inclusione con l’apporto di docenti sordi e/o ipoacusici che abbiano avuto la “fortuna” di aver frequentato le scuole specializate sperimentando i processi di apprendimento  acustico. Col loro apporto, - all’inclusione e, poi, all’integrazione con gli altri coetanei, in una società di tutti, ma diversamente speciale, perché si considera l’evidenza.

BUGIA E MENZOGNA

Settembre 27th, 2010

«Caro Marco,  lo spazio di questa Rubrica è, stavolta, per i giovani e per te. Vi porto di fronte ai pilastri della realtà quotidiana: il Vero e il Falso. So che ridi. Ma se aggiungo, anche della Menzogna, sei preso da una motilità nervosa, dall’ansia. Il Vero e il Falso talvolta siamo in grado di identificarli con un po’ di attenzione e ragionamento. Difficile, invece, la Menzogna, la quale ha genesi da un’azione predisposta per nuocere, per far del male a qualcuno, per ricattarlo, per piegarlo ai voleri. Mentre sto scrivendo non so come finirà (politicamente) lo scontro Fini-Berlusconi. La gente è confusa. Perché - il vero e il falso – sono conosciuti con i tuoi occhi, con la tua mente: la Menzogna ti resta sempre appiccicata addosso, resta nel tormentoso dubbio. Ti ricordo che il Signor B. si vanta d’essere amico di Putin, il quale era capo del Kgb, la polizia segreta dell’URSS!  L’allievo italiano si sta comportando da studente diligente! Stranamente i dossier appaiono nei confronti  di persone che dànno fastidio, o adombrano il potere del leader. Il signor B. ha inventato una democrazia pro domo sua, abituato com’è a guazzare nel fango: e poi col megafono delle sue televisioni e di servili giornali, punta a distruggere l’avversario politico. Non c’è dubbio, ci sa fare: è un artista nel confondere e creare casini. Poi, chetate le tenzoni, il Burattinaio si propone al malcapitato per la soluzione del problema per il proprio tornaconto. Ovviamente il popolo che non reagisce è mentalmente depredato, la carenza di ragionamenti politici affossa, talvolta addirittura affascina (!) e come scrive Tcqueville: il potere tirannico seduce il popolo. Fino a quando avremo un padrone che guida un partito come fosse un’azienda non avremo speranza di uscire dalla politica “ingessata”, mai avremo una Cultura di “liberazione”, un confronto con idee e proposte. Perché tu non sia obbediente, cioè servo dei “costruttori di menzogne”, devi guardare l’interlocutore negli occhi e tenere a portato di mano la Carta del  tuo Paese: con la dialettica illuminata e il confronto potrai vincere il Menzognero. Oriana Fallaci, donna forte, afferma che se l’autocompiacimento è il  sale della dittattura (v. il signor B.), la “critica è il sale della democrazia». Qualcuno ci liberi dal letame sparso in questo Paese.» 

Legalità e democrazia

Settembre 1st, 2010

Mai si è parlato tanto di «legalità» e di «democrazia» come da quando è sceso in politica Berlusconi: e ugualmente mai le due parole sono state tanto ignorate e prostituite! Non è un caso che le persone scelte dall’uomo di Arcore per un incarico di partito o addirittura per offrirgli un ministero siano, sul piano morale, discutibili o sulla strada della corruttibilità. Sembra che lo faccia apposta, ma – signori miei - non è proprio così. Per il signor B. è logico offrire un incarico a gente che cela scheletri nell’armadio; si premunisce in anticipo per non essere ricattato. Ora sorge una domanda, semplice ma necessaria: noi dell’Idv dobbiamo innestare anticorpi che manifestino i valori della Persona, con la P maiuscola, e non solo quelli  indicativi  sulla legalità che, i nostri nemici politici, tout court indicano «il giustizialismo di ADP». Ricordiamo che la persona è un valore propositivo in sé proiettato al domani, la scelta del principio legale è, invece, una proposta esecutiva del momento. La politica di B. è inopportuna perché si basa sull’esercizio di risolvere i suoi problemi, cioè le questioni ad personam. Questo signore ha ingessato l’Italia (ottima  l’analisi di Sciortino su Famiglia Cristiana) perché – dalla mai chiarita iscrizione  alla P2, sino all’accumulo di improvvise e immense ricchezze, si   è creato una corruttela che non aveva mai avuto eguali nel nostro Paese che non condiziona solo aspetti materiali dell’individuo, ma soprattutto mentali e psicologici.  Nel primo cpv dell’art. 3 della Carta leggiamo: «L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.» Sbagliato: è una Repubblica fondata sul gioco. Ai giovani d’oggi non interessa più programmare la vita con sbocco un onesto lavoro, bensì tentare la fortuna al gioco dell’Enalotto, o in tutte le  svariatissime forme di scommesse del “Gratti e vinci”! Docet la compagna del Presidente della Camera. «Ho vinto all’Enalotto!» dice ai giornalisti che le chiedono della sua improvvisa fortuna economica. Perché sia creduta fa pubblicare la cedola della vincita. I seguaci di Fini in politica esclamerebbero «Che c.!» e si fermano qui. Se la compagna di Fini fosse una donna che ragionasse seria politica, non dico una Iotti (la ricordate?), uscirebbe con eleganza dai sospetti affermando: «Lo Stato italiano si dovrebbe impegnare di più per venire incontro ed educare i giovani nel lavoro e non al gioco. Credo che a pochi, in gioventù, capiteranno  la mia stessa  fortuna. Meglio imparare l’arte. Come facevano i nostri padri». Sono discorsi che nessuno fa più.  Noi che li (ri)pensiamo siamo tacciati d’essere fuori tempo, per il fatto di affermare che troppi si fanno imbarcare sulla barca per fare soldi sùbito, nell’ambigua passerella di apparire. La colpa di chi è? Basta alzare gli occhi sul capo del governo e quanto succede tra i parlamentari che lo sostengono per accorgersi che, il signor B., non ama l’Italia ma i propri affari, che impasta con chi gli dà credito, il quale è tanto più alto quanto più corrono alla sua corte gli yesmen! Ecco il corollario finale che Democrazia è = al rispetto della Costituzione che è =  a legalità,   non la solita stantia battuta ad effetto predisposta per il Capo dai suoi massmediologi del momento «ghe pensi mi».  www.renatopigliacampo.it

La diplomazia di mia madre

Agosto 18th, 2010

Quest’amore così disperato

inconcludente nell’affetto

furia di sensi tracimanti

in Lido Bello di Potentia

che mi condusse al Vate del Piacere

(terra d’Abruzzo nella ferità

vissuta in case oscillanti: e pur io

esiliato dal mio borgo natio

ritrovarmi in porti della costa

senza che alcuno porga richiamo)

Scrivo versi per la trama di attori.

Ma il palco è stipato di politici

ne sento odore di menzogna.

Vorrei sfuggire da ogni lusinga:

mia madre mi fece generoso,

la rimprovero perché mai

mi portò a scuola di diplomazia.

 

CORAGGIO, CULTURA E… “DIVERSAMENTE SPECIALI”

Luglio 21st, 2010

    In questo periodo di torrida estate mi sovviene ricordare «Tangetopoli», anche perché le informazioni sulle porcherie dei politici d’oggi ci conducono alla stessa, in particolare al suo timoniere,  Saverio Borrelli, il quale, al termine del suo mandato di presidente del tribunale di Milano, concluse l’intervento d’apertura dell’anno  giudiziario ambrosiano con le celeberrime parole: «Resistere! Resistere! Resistere!».  Oggi, più che mai, siamo chiamati a re-si-ste-re! Gelli, gran burattinaio della P2, muoveva i fili sin dentro le istituzioni statali. E oggi si parla di una nuova P3. Chi c’è dietro? Vi ricordate che, allora, si vociferava un Berlusconi radicato nei labirinti di quella associazione segreta? La comparsa di «Mani Pulite» fu un tsumani per la mala pianta di Gelli. La professionalità e l’intuizione di magistrati (Di Pietro, Colombo, D’Ambrosio, Ghitti…) non riuscì a sradicarla. E’ illusione pensare che, nel nostro paese, sia possibile eliminare la corruzione e la diabolica astuzia di fregare la gente per bene, perché c’è la pratica d’imitare i peggiori. Copiare Barlusconi diventa un merito! L’alta percentuale di consenso pro Berlusconi proviene proprio dagli elettori che ragirano l’illegalità, con i sotterfugi insomma, ciò che i napoletani chiamano cavarsela con destrezza: e far pagare agli altri quel che dovrebbe essere un dovere di tutti i cittadini onesti. La megalomania regna in questa nostra Italia. Basta analizzare i comportamenti di taluni leader. Se il Re Sole dichiarava “Lo Stato sono io”, Berlusconi risponde  teatralmente “Il partito sono io”. Col signor B. in politica siamo “ingessati”, la res publica diventa “cosa personale”, appropriazione delle risorse comuni. E’ stupefacente notare “la faccia tosta” di taluni politici come, di recente, mi è capitato di notare l’8 luglio a pazza Montecitorio, allorché sostenevo le istanze dei cosiddetti handicappati, perché la % d’invalidità fosse confermata e non spostata all’84%. Quando lo Stato bussa a cassa se la prende sempre con noi disabili. Come se, la % di invalidità, ce la appioppassimo da soli, piuttosto che prendersela con certi medici legali (ufficiali pubblici).  I “diversamente abili” io li indico “diversamente speciali” perché sono persone che, con coraggio e sofferenza, hanno superato l’Ostacolo. Ma mi pongo la domanda elementare: esiste in questo paese del bla-bla una politica sociale dove il cittadino problematico, prima d’essere oggetto, sia soggetto? Berlusconi, proprietario di tante televisioni, ha annullato lo spazio per qualche minuto di informazione nelle sue emittenti che “offriva” (sic) ai sordi e agli ipoacusici, ma si guarda bene di riformare i programmi televisivi della TV di Stato per dare l’opportunità di comprensione (anche) a noi sordi. Stiamo entrando su un terreno minato, che ci porterebbe lontano (…)  Gridiamolo tuttavia forte: non siamo considerati persone con una mente che pensa e un cuore che ama. Solo oggetti. Ecco il disprezzo, almeno un’alta percentuale di noi, per  il Cavalier B. Non rispettandoci ci usa per le sue stupide battute, come fa con l’On. Bindi, che, tuttavia, era tra noi a piazza Montecitorio. Così gli onorevoli Finocchiaro, Turco, e altri, o Antonio Di Pietro  nella sua espressività del volto che manifesta grinta proveniente da     chi sa di essersi “fatto da sé”. Come avviene per un’alta percentuale di noi disabili sensoriali gravi, costretti sempre ad accettare una società a misura di chi vede/cammina/ode bene.

Democrazia… pro domo mea

Giugno 17th, 2010

Norberto Bobbio ha trascorso decenni a confrontarsi con la democrazia, sino ad affermare: «Se il socialismo è difficile, la democrazia è ancora più difficile
Non è una battuta, ma costatazione di una realtà evidente nel nostro tempo. Nel parlamento attuale, nel governo, nelle più alte cariche istituzionali, nei partiti i leader accedono alla responsabilità di comando attraverso un processo democratico? Difficile accertarlo. Se affermiamo che la democrazia è espressione del consenso, dobbiamo ammettere che Berlusconi ha ragione, col solito sarcastico sorriso affermerà: «Io sono il più votato!»
La sconfitta di chi non ha il consenso immediato deve indurre ad uno studio approfondito per verificare la genuinità democratica dell’avversario vincente, che ascende a leader utilizzando (che cosa? o chi?), di solito tutti i vincitori sfoggiano persone di comodo o media compiacenti, con giornalisti lacchè. Il capo di governo attuale, proprietario di televisioni e mezzi di comunicazione di ogni genere, col continuo martellamento della mente dei teleutenti (sui media sonoro-verbali) con appositi programmi prodotti dalle proprie emittenti, condiziona ogni giorno l’elettore. La democrazia, cioè il consenso carpito dal signor B. è un consenso ‘malato’. Tutti sanno che, un Berlusconi negli Usa, mai sarebbe diventato capo di governo: il conflitto d’interessi non avrebbe trovato un partito d’opposizione, a parte l’IDV, accondiscende. Abbiamo conosciuto il fascismo, il comunismo e, oggi, conviviamo col berluconismo, del quale non si capisce (ma come potrebbe essere diversamente?) dove inizi il populismo elitario e l’autoritarismo mascherato. Perché è vero che, Berlusconi, non darà mai ordini seguiti con un pugno sul tavolo nelle riunioni del CdM, agirà sempre con un complimento e/o una battuta, per poi intervenire immediatamente su altri poteri istituzionali, per sfruttare la potenzialità di convincimento mediatico e/o gli incensatori.
E’ inutile, infine, analizzare quanto dichiara, perché è un esperto del contraddire, non è la legge ad essere ad personam, ma tutto quello che dice, lo scopo di fondo è annebbiare la mente del telespettatore o di chi lo ascolta in piazza, le virgole del discorso sono i sorrisi, le ‘battute’ sulle belle donne, i racconti di ovvietà parentali. Gli abitanti nell’italico Paese gongolano su tali parole e ci cascano sempre, votandolo…
Bisogna iniziare dalla scuola ad insegnare democrazia mettendo in guardia i nostri studenti sulla reale democrazia. Qui il furbo signor B., con la ministro di competenza (si fa per dire), si guarda dal programmare una scuola efficace. La conclusione è: democrazia in Italia pro domo mea.

PIEGO LA TESTA, GIAMMAI L’ALA

Maggio 23rd, 2010

Quando la mia anima s’apre al dialogo
allora mi avvedo che inizia il percorso
di ricerca del Logos supremo.
Tutto s’è detto articolando la bocca
nel movimento di parlare, mentire.
Ho intuito che vincono parlando!
Oh, non sanno d’essere otri vuoti
che colmano la giara di chiacchiera;
eppure il mio Silenzio appartato, escluso
son certo che racchiude l’Immenso!
Umiliata l’azione del fare
piego la testa giammai l’ala.