IL FASCIO DI FIENO

IL FASCIO DI FIENO

Se ritornasse a vivere in quegli archi di cielo
incontrerei mia madre che prepara il ceppo per l’inverno,
o curva sulle piantine di girasoli
vedrei il suo sguardo furtivo oltre la valle
attese ricordi di suoi felici giorni;
allora le direi la storia di questi anni
(mia madre che mi osserva pensa
non risponde il figlio di silenzio)
di suo figlio che partì bambino senza voce
pianure padane inghiottirono speranze
cercava spesso una mano amica
ma la vita gli dette dolore.
Oggi – sugli adriatici litorali –
la donna è tornata col fascio d’erba diventato fieno;
si china sulla sabbia come quando – bambina
portata da sua madre tracciava sogni sulla sabbia.
Col fascio di fieno si piega a terra;
si piega col cuore stanco
i dispiaceri di tutta la stirpe.
Il mio handicap le ha dato il colpo.
Mi sento assassino di mia madre.
Sonnambulo vago col suo nome
per i giorni che  restano da vivere.

da  Renato Pigliacampo, Adobe, Nuova Compagnia Editrice, Forlì 1990.

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