Mai piegare la testa per una vita a metà
Non ci rendiamo conto delle difficoltà incontrate da un bambino sordo o ipoacusico nello apprendere la lingua italiana (nel nostro caso) scritta, anche perché gli insegnanti non hanno sperimentato, nel corso dell’età evolutiva, i processi psicocognitivi e psicolinguistici della lingua visuomanuale, senza l’apporto dell’udito che, appunto, è lingua appresa negli scambi duali o di gruppo con i pari e gli adulti. Ecco che i tanti cosiddetti esperti di conoscere il mondo percettivo dei sordi dicono: «E’ sufficiente che il sordo sia inserito nella classe dei coetanei normali (!) perché avvenga lo stimolo della comunicazione in comune.»
E’ un’affermazione disattenta ai bisogni percettivi del bambino e, nello stesso tempo, è dato l’ostracismo alla possibile polisensorialità diversificata per accedere a una via differente di percezione che non sia quella dozzinale della labiolettura o lo sforzo di ricreare parole udite in modo confuso o spezzoni di frasi.
Se il sordo non ha una buona istruzione e/o capacità dell’utilizzo della lingua scritta del proprio paese, finirà per essere emarginato in un cantuccio della società con danni maggiori della stessa sordità per il fatto che, se il soggetto non comprende il contenuto di quel che legge, alla fine abbindolerà se stesso e chi gli è a fianco, avallando contenuti incomprensibili alla mente.
Il Sac. Luigi Vischi, precettore di Giacomo Carbonieri, psicologo antesignano dei sordi del secolo XVIII, affermò che la Cultura è, per il sordo, il latte della vita. Oggi dubitiamo che, questo metaforico latte, possa essere sorbito dal sordo dalle poppe della comunità del Sapere. Se non imparerà a sfuggire ai tanti Burattinai che albergano nella sua esistenza, confondendolo con un ipotetico «aiuto», raramente dimostrato con titoli professionali e accademici, ricerche e letture di buoni libri; e di solito ci troviamo davanti a gente che recita una commedia incitante sordi e/o udenti tra i quali c’è sempre qualcuno o più di uno addestrato apposta per plaudire il potere, allo scopo che i Burattinai continuino a tirar vantaggio. Bisogna prendere atto di ciò per coinvolgere le Autorità. Se tacciamo getteremo nel letamaio la dignità, rendendo vano lo sforzo di tanti di noi che hanno dedicato la loro giovinezza negli studi accademici e nelle professioni d’alto contenuto sociale e professionale. Se il sordo d’oggi si accontenta di vivere alla giornata, gregario dei prepotenti siano loro udenti o sordi, allora è brutto piegare la testa, e dire a gran voce che è vita a metà!