IL POTERE ASTUTO, LE “SETTE SORELLE” E LE RIFORME MANCATE

Il potere astuto, i protagonisti e l’attesa di cambiamento

Edward Snowden è un tecnico informatico che lavora alla Snowden Security Agency. Egli ha  dimostrato che, milioni di americani, sono controllati dal governo.  E’ UNA  «spia, una «talpa» come si dice in gergo. Tanto  è  vero che il presidente Obama è stato costretto a dichiarare al popolo americano: «Cari cittadini, non  si può avere il 100% di sicurezza e altrettanto di privacy». A parte la Security che va interpretata nel senso che le Autorità, il Potere,  è chiamato a  conoscere in anticipo, spiandoli,  i potenziali nemici dello Stato.

È una premessa necessaria per far riflettere sulle «sette sorelle», delle quali vi dico più avanti.
Qualcuno si chiederà:  e chi sono costoro? Le «sette sorelle»  erano chiamate proprio così. Ciascuna di esse svolgeva una  funzione nella specificità degli interventi  sui propri soci disabili. Erano associazioni  di categoria  forti, determinate.  Tanto è vero che, pur essendo “associazioni”, giuridicamente  erano  “enti parastatali”.  Di fatto ogni categoria ha i propri riferimenti politici.  E  sino alla riforma col D.P.R. 31 marzo 1979, e successivi interventi, ciascuna delle Sette Sorelle rispondeva allo Stato, ossia al Governo pro tempore.  Era “ente parastatale”, con i propri bilanci preventivi, consuntivi  e i revisori dei conti eccetera.
Generazioni di Disabili,  a  seconda  della  tipologia dell’handicap, hanno sperimentato l’assistenza  e  il conformismo di una delle sette sorelle.  Col DPR del 31 marzo 1979, lo Stato ha trasferito il personale e gli interventi specifici alle Regioni. Qualche dirigente lungimirante, presente ovviamente al vertice degli  indicati enti parastatali, intuì  che  - le Regioni (o alcune di esse) – non avrebbero mai fornito i servizi specializzati ai  propri ‘assistiti’.  E allora, con abilità, si sono lasciate “residui di assistenza”, non tanto economica, ma  specifica  per la  persona. Il personale qualificato,  preparato e professionale dell’ente storico  che taluni politici  avevano considerato  «enti inutili»  da sopprimere (sic),  ormai  era stato trasferito  agli  enti locali o alle regioni. E allora  che fare  se non che assumere  nuovo  personale  più o meno qualificato , spesso senza titoli professionali ?
I compiti  (da svolgere) erano evidenti nei nuovi Statuti che, le  Sette Sorelle, si erano date. C’era sempre un quid (un qualcosa) che lo Stato era incapace di gestire nelle proprie strutture.  Per esempio nell’associazione dei sordi più importante, l’ENS , rimaneva il compito di intervento a favore  dei sordi, ossia per il servizio di interpretariato e la formazione  degli operatori per tali servizi e parecchio ancora: interventi in ambito scolastico, parascolastico e del tempo libero.
I vecchi, si fa per dire, dipendenti  delle associazioni-parastatali venivano, con appositi Decreti, trasferiti alle Regioni e agli EE.LL. e utilizzati secondo le loro qualifiche  di provenienza e i titoli professionali. Molti  di loro si trovarono a svolgere attività differente della precedente,  per il fatto che, prima, si rivolgevano ad una utenza sorda, ora il servizio   era per tutti i cittadini. E i servizi per la popolazione sorda?  Le Regioni iniziarono a  legiferare  secondo le pressioni e le clientele locali. Le leggi regionali non erano né sono omogenee. Ciò che  hanno i sordi (nel nostro caso) della  regione X non l’hanno quelli  della  regione Y. Ci sono regioni che hanno creato i “servizi” ad hoc, altre li hanno  delegati direttamente all’ente  di categoria, altre si sono affidate a cooperative più o meno discutibili. In questa realtà diversa e parecchio confusa a livello di risorse da utilizzare  (fornite dalle regioni, talvolta dai grandi comuni nel territorio), ma  anche e soprattutto dalle province, sono sorti diversi  problemi, mentre i “vecchi dipendenti” di ciascuna delle sette Sorelle, passati alle dipendenze regionali o comunali , andavano in quiescenza.  E in ogni dove la formazione non veniva rinnovata e, se avveniva, era  compiuta celermente, con scarsa qualità  e  attenzione del possesso di titoli.
Le Sette Sorelle hanno ritenuto opportuno riunirsi  allora nella  F.a.n.d. (Federazione  delle   associazioni nazionali dei disabili) per gestire meglio – e  premere sul Governo – le esigenze  specifiche di ciascuna categoria rappresentata.
Lo  Statuto di ciascuna delle Sette Sorelle è approvato dai delegati inviati al Congresso dalle rispettive sezioni, vale  a dire salvaguardando i “residui dei servizi”  datisi  nei propri Statuti che né Regione né Enti Locali sono in grado assolvere. E ad ogni Congresso i delegati sostenevano alcuni punti (espressi negli articoli dello Statuto) di ciascuna categoria per avere quei servizi  che  lo Stato non sa assolvere nelle proprie  strutture, in cambio di  contributi, un tot annuale che, il ministero di vigilanza,  elargisce all’associazione:  un tirare a campare, un vivere per sbarcare il lunario (…).
È opportuno, a mio parere, che sia completata la Riforma considerando la  specificità dei servizi con disposizione precise di interventi che, il governo, dovrebbe stabilire attraverso un D.P.R. , in cui sia disposto  che, la formazione, per tali utenti specifici,  sia delegata  ad apposite  Scuole  di Formazione  indicando discipline  e programmi appropriati. Qualcuno ha pensato all’istituzione, in tutti i comuni con più di 5mila abitanti, di “assistenti sociali specializzati”  in seno ai servizi sociali. La formazione specifica dei servizi per i protagonisti fa sì che, iscriversi o no, alla “categoria” non sarà più considerata come   costruzione per avere un appoggio, più o meno utile, degli esponenti – più o meno capaci – lì  disponibili per i soci. Sarà una scelta dettata dall’unione di esperienze e di fini per un comune obiettivo, cestinando astute persone che, da quando è mondo, spesso convivono con i disabili per abbreviare la carriera, per non sottoporsi a giudizio con  altri concorrenti.

 

 
Fand

D.P.R. 31 marzo 1979

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