INDIZIO FRATERNO
Mi è accanto in silezio
sulla spiaggia per Numana.
Scalcia l’acqua sospirando sogni.
Dice senza voce: «Hai sbagliato tutto.»
Leggo le labbra. Perplessi
guardandoci negli occhi proseguiamo.
Pensa che appartenga all’albo dei falliti:
io lo stesso di lui.
Così tanto ci rispettiamo!
«L’Adriatico è mutato» dico.
«Il mare di allora bambino.»
Ride, ironìa strana
segna il volto bellissimo.
«Hai sbagliato tutto» insiste.
«Potevi restare in città, colà
avresti fatto soldi, dicevi alla radio
con Zavattini, un’altra spinta e… »
Comprendo il discorrere labioleggendo.
Ha dato pugni pesanti sui ring d’Italia
ma le labbra son quelle di mamma.
Ridice dell’ingenuità del ritorno.
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Lontano fisso orizzonte di cielo
nel quale m’abbeverai fanciullo
nell’onda ancor cara al suono
sullo scoglio amico e gabbiani
schiamazzanti nel gironzare.
Con Ermanno vado a piedi nudi.
E’ stato un sogno rivisitato.
Guarda le sue mani potenti.
«A metà fu abbuiata la mia strada»
afferma. «Potevi tu l’ultimo sforzo.»
Non sapevo dei suoi sogni di gloria
e dolore. Sconosciuto fratello.
«Vedi, talvolta i luoghi t’invocano.»
Sorride bagnandosi il volto d’acqua di mare
gonfie gocce gli cadono sul viso abbronzato
guardandolo nella vitalità che prorompe
comprendo la materia che cinge sua vita.
Il silenzio regna anche verso Numana:
il Cònero si protende gibboso sul mare.
«Finiremo tutti dentro» dice.
Ha capito che ho scelto l’ideale
Mare azzurro di giuliva infanzia
volteggiano ad ali spiegate gabbiani
nell’ultimo volo alla costa.
L’onda che giunge nasconde le lacrime.
«Difficile restare» aggiungo.
Da Renato Pigliacampo, Dal silenzio, Forum/Quinta Generazione, Forlì 1983.