L’IPOCRISIA DELLA FALSA INCLUSIONE
La VII Commissione (Cultura, Scienze e Istruzione) della Camera era chiamata ad esaminare il nuovo testo della proposta di legge C. 4207, recante: «Disposizioni per la promozione della piena partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva e riconoscimento della Lingua dei Segni Italiana». Testo unificato delle innumerevoli leggi proposte sulla LIS, licenziato dalla Commissione permanente del Senato approvato durante il Governo Berlusconi, ma il 16 febbraio 2012 ha avuto il «parere contrario» dalla VII Commissione della Camera dei Deputati. La Commissione ha rigettato con un comunicato indolente, mostrando ignoranza esplicita sull’argomento, disattenzione per bambini e adulti privi dell’udito e difficoltà di linguaggio verbale, sposando proposte di (ri)abitazione alla carlona, non pensando che – la loquela – è azione di processi psicomotori dipendenti a solleciti cognitivi nell’utilizzo di uno «strumento» di comunicazione. Linguisti del calibro di Noam Chomsky, del nostro Tullio De Mauro, ex-ministro dell’Istruzione che, pur riconoscendola «lingua» vera e propria, non è riuscito a imporla materia d’insegnamento facoltativo nella Scuola… L’ipocrisia del verbale della Commissione è massima quando afferma di ottemperare «grande attenzione e cautela» (sic), come dire che, “segnare” con le mani sarebbe come se, i bambini o gli scolari siano loro sordi o udenti, maneggiassero coltelli!. Sorgono, a questo punto, interrogativi vasti: legislativi e procedurali sull’approvazione di una legge in Italia. Intuisco il risibile del lettore! Ma al Senato l’Idv, grazie ai senatori guidati da Belisario, che stimo, licenziò positivamente la legge (!), vuol dire che il nostro ADP – come tanti notano ogni anno all’assemblea di Vasto dell’Idv portando, chi scrive, innumerevoli sordi, ivi convenuti nella loro invisibile disabilità, felici di comprendere ed essere attivi, grazie all’interprete di LIS – ha deputati capaci, o almeno quelli della Commissione VII della Camera, bravi solo, che io sappia, ad alzare la manina per adeguarsi alla maggioranza. Come studioso di tematiche sociolinguistiche, che valuta e rispetta la «lingua», soprattutto la lingua che stimola i processi di apprendimento, non può sottacere che taluni dei ‘nostri’ non abbiano contrastato la maggioranza (almeno è evidente dal verbale della Commissione presieduta dalla vicepresidente Di Centa). Vorrei che si riflettesse sulla considerazione di Wittgenstein: «Non parlare mai di una cosa che non conosci.» Il fatto di cestinare la pdl 4207, rinviando la soluzione dei problemi dei disabili sensoriali, coprendola con una spolverina ipocrita di cipria, dicendo di difendere una presunta “inclusione”, affermo, al contrario, con Don Lorenzo Milani, Priore della scuola speciale per contadinelli di Barbiana, nel Mugello, che «è la lingua che fa eguali», ovviamente si riferiva alla lingua italiana, la capacità di saperla utilizzare per iscritto e parlato; io la penso allo stesso modo, aggiungendo che è nella comunicazione, anche nelle mie o le altrui mani, che riconosco l’intelligenza del mio interlocutore e gli indirizzo la mia!