QUANDO IL PARLAMENTO E’ CONTRO LA LINGUA…
La VII Commissione (Cultura, Scienze e Istruzione) della Camera è stata chiamata per esaminare il nuovo testo della proposta di legge C. 4207, recante per oggetto: «Disposizioni per la promozione della piena partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva e riconoscimento della Lingua dei Segni Italiana». Il testo, unificato, proviene dalle varie proposte legislative di quasi tutti i Partiti presenti in Parlamento, e licenziato dalla Commissione permanente del Senato durante il Governo Berlusconi, ha avuto, in data 16 febbraio, il «parere contrario» dalla VII Commissione della Camera dei Deputati.
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Il verbale finale della Commissione, che non dice proprio niente sui processi linguistici della lingua visuomanuale plaudita, per darvi un’idea, da geni del linguaggio come Noan Chomsky e, in Italia, dall’ex-ministro dell’istruzione, Prof. Tullio De Mauro, che tuttavia ha la “colpa” di non averla favorita nell’insegnamento nella scuola si ogni ordine e grado (…). Il parere contrario della Commissione recita, con ipocrisia, di ottemperare «grande attenzione e cautela» (sic), come dire che, “segnare” con le mani sarebbe come se, i bambini o gli scolari siano loro sordi o udenti, maneggiassero coltelli….
Sorge l’interrogativo, ma che parlamentari abbiamo? Infatti, costoro sono deputati «normali», pensano con gli orecchi (sic) che, molto probabilmente, non favoriscono un processo di analisi di tematiche del visivo e della motilità. L’ipocrisia della VII Commissione è massima, direi offensiva (!). Si dice, nello strampalato comunicato di rigetto della LIS, che occorre «produrre la massima inclusione nella società delle persone prive dell’udito, e che il riconoscimento della lingua dei segni, già peraltro, di fatto, pienamente utilizzata (??? gli interrogativi sono nostri), potrebbe portare più che ad includere i non udenti nella società piuttosto ad escluderli…» (sic). Allora la nostra riflessione conduce a questo: se la LIS utilizzata nella società condurrebbe all’esclusione, si affermino i contesti in cui avverrebbe! Portate argomenti scientifici! Confrontatevi con quei sordi capaci di ribattere in possesso di titoli scientifici! Non vi avvedete, signori Onorevoli, che siete ridicoli? Wittgenstein afferma, lapidario: «Non prendere mai posizione su un argomento che non conosci bene!»
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Andiamo in una classe dove frequenta la scuola un bambino sordo o ipoacusico, verifichiamo l’attività didattica della sua “insegnante di sostegno”, facendo attenzione alla comunicazione e vi avvedrete, esimi onorevoli…. Non ci siamo proprio: e non si uscirà MAI dal tunnel in cui siamo precipitati perché, nelle nostre Università, prevale ancora un insegnamento psittacistico della conoscenza della comunicazione dei sordi o ipoacusici. Sono frasi per lo più orecchiate dagli udenti dappoco, non da studiosi del linguaggio e della mente!. A questo punto si potrebbe dire che, la 1^ Commissione del Senato che aveva approvato l’iter della legge sulla LIS, è composta di uomini e donne fuori dal mondo, a meno che, la Presidente dell’ENS precedente, Ida Collu, sia stata molto abile, molto intelligente, molto ferrata nella conoscenza dei processi psicolinguistici dei sordi portando argomenti forti per convincere i senatori.
Qualcosa non torna, signori! Allora chiudete tutto ciò che è gestito dagli udenti per i sordi, affidando ogni realtà alla loro gestione diretta, a partire dai telegiornali della LIS. Come fanno le TV statali in alcune Paesi! Gli utenti sordi si autogestiscano l’informazione… Qui, se qualcuno non l’ha ancora intuito, si apre una diatriba senza fine. Ci stimiamo abbastanza intelligenti e colti da tenere testa, in un dibattito pubblico, alla presenza di giudici imparziali, sulla validità o meno della LIS, nei processi di apprendimento. Questo non vuol dire che respingiamo la parola verbale.
L’imbroglio è evidente: da una parte operatori per i sordi formati, o presenti a livello volontaristico, che agiscono con una formazione «pressappochistica», tipica in Italia; dall’altra professionisti superformati, che si credono vessilli della «normalità», della sanitizzazione, prendendo a modello Apollo, prototipo di vedere/ascoltare/deambulare alla perfezione…Il bambino deve imitarlo: e sarà tanto più «normale» (!) quanto più saprà immedesimarsi nel suo corpo. Altro imbroglio allora: il corpo considerato come oggetto di lucro? Con quale coraggio un parlamentare afferma che approvare la LIS significa distogliere risorse per la riabilitazione eccetera? Non ci siamo! E’ la lingua verbale propria degli udenti che, blaterando in continuazione, finiscono per riempirsi la bocca di vuote parole, confondendo proprio tutti. Il pregiudizio sarà eliminato quando riusciremo, in uno Stato democratico, valutando la meritocrazia, avere programmi specifici di formazione e ciò che effettivamente gli operatori, che si dedicano alla scolarizzazione, alla cognitività e all’abilitazione dei sordi hanno l’obbligo di studiare.