Il sordo diventi cosciente del proprio ruolo sociale
Itinerario di Silenzio (10.07.1972) Il sordo sarà tanto maggiormente educato quanto più prende conoscenza del suo stato di disabile d’udito. Invece, nei nostri istituti, sin dai primi anni d’inserimento si nasconde la realtà, il prendere coscienza di sé, e, una volta lo studente ottenuto il «pezzo di carta», che quasi mai corrisponde al valore culturale e professionale, si trova infelice e spaesato nella società degli udenti. Per educare i giovani sordi bisogna parlargli, affermando la verità sulla propria condizione. Invece nei nostri istituti si mente. Ai giovani sordi bisogna insegnare la vita così come è, e non nascondere la dura realtà che dovranno affrontare una volta fuori, in quell’egoistico comportamento di tutorato degli assistenti delle sezioni territoriali. Se vogliamo che i sordi diventino veri uomini dobbiamo trattarli da “uomini coscienti“, e non circondarli d’infantilismo pidocchioso, che ha il fine di tenere i sordi buoni buoni, d’essere usati - da parte di taluni udenti che li circondano - quali mezzi per i propri comodi, che sono l’ottenimento di miliardi dallo Stato, che solo una minima parte va a finire nelle tasche dei sordi, intendendo per la loro educazione, per la promozione sociale e l’assistenza economica.