MACHIAVELLI E… LA SITUAZIONE DEI SORDI (Dal «Diario» del 22 luglio 1972)

I Gesuiti hanno accusato per anni e anni Machiavelli di empietà emarginando le sue opere tra quelle “proibite“. Il Principe fu “un’opera scaturita dagli inferi“ secondo gli eminenti teologi del secolo XVII. Perché? Semplicemente perché temevano che l’intelletto laico si destasse e togliesse loro gli innumerevoli benefici sociali e l’autorità sul popolino. Ripetere che la religione cattolica ha frenato la presa di coscienza della libertà intellettuale, è superfluo confermarlo. Ugualmente oggi  taluni sordi  dell’ENS si comportano verso i simili in modo machiavellico  nel momento in cui alcuni di loro stanno lottando per raggiungere l’indipendenza dagli udenti, infiltratisi nell’associazione ENS per lucrare  probabilmente ogni mese un puntuale stipendio. Sino a quando gli udenti sono nell’ENS - e continueranno a tessere sottobanco accordi con i poteri di governo, e le fazioni di partito, che è un male di tutti gli enti parastatali (l’ENS, quando  scrivevo questi appunti, era un ente parastatale, NdA) - i sordi resteranno esclusi, ineducati e senza rispetto di un codice etico. Se vogliamo il bene dei nostri fratelli silenziosi dobbiamo dar loro veri educatori e non pseudoinsegnanti. E’ nostro dovere di protagonisti, intellettualmente più pronti, venire in aiuto ai compagni di sventura perché prendano coscienza della loro condizione sociale. Cerchiamo di riflettere su queste parole più che sulle loro orecchie chiuse da sottoporre all’otochirurgia.

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