I DOCENTI VANNO RISPETTATI NELLA LORO PROFESSIONALITA’

Credo che non ci sia un docente di sostegno (definizione poco efficace per indicare un lavoro professionale) che insegni ai sordi che non voglia il bene  del suo alunno o  studente. Questo “bene” è inteso come capacità di condurre l’alunno, che gli è stato affidato, a comunicare per iscritto in un buon italiano, vale a dire farsi comprendere da chi utilizza la lingua del paese.

Nella scuola secondaria di 1° e  2°  si affida il cosiddetto sostegno ad un docente che sostene (sic!) tutti gli alunni di  diverse tipicità di disabilità in tutte le materie. L’importante è essere il più alto in graduatoria, cioè avere l’incarico!  Ma vedendola  con attenzione critica dovremmo  dire che siamo di fronte ad un  docente  eccezionale però, che merita  onori e plauso perché, per tale incombenza, è un  geniale programmatore didattico e di  comunicazione, a meno che non si voglia prendere in giro il soggetto e  i suoi genitori.

Ma chi ha una minima esperienza di didattica con gli alunni sordi e ipoacusici – passi per la scuola dell’infanzia e primaria – sa  benissimo che  i docenti che  si occupano  di  studenti sordi necessitano di programmi appropriati che vanno ‘calati’ nei processi psicocognitivi dell’alunno sordo co cui operano.

Evidentemente il MIUR (cfr  Scuola di Silenzio, Lettera ad una Ministro (e dintorni), Armando, Roma 2006) non ha  “esperti” all’altezza di comprendere che la didattica insegnata - sfruttando il  canale visuomanuale - richiede docenti capaci di sviluppare un processo afferente per il quale implica il docente a  conoscere in modo approdondito la materia insegnata. Questa ha nome professionalità, che dovrebbe obbligare il MIUR a riconoscerla al docene. Se questo avvenisse farebbe di  lui un vero esperto, un competente nel settore specifico di quell’istruzione! Il Ministero si guarda di agire così, ripiegando sul sostegno generico e così imbroglia. E’ il pressappochismo italico la catastrofe dell’Italia della mananta d’istruzione dei sordi e degli ipoacusici! Il dramma inizia qui: è  l’invisibilità di incompetenti che lo stato non vuole formare “perché costa troppo”, o perché pochissime Università hanno il coraggio di incarichare insegnamenti  efficaci per i reali bisogni  dell’istruzione dei sordi.

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