Il fascio di fieno

Se ritornassi a vivere in quegli archi di cielo

incontrerei mia madre

che prepara il ceppo per l’inverno

o curva sulle piantine di girasoli.

Vedrei il suo sguardo furtivo oltre la valle

attese ricordi dei suoi felici giorni;

 

allora le direi la storia di questi anni

(mia madre che mi osserva pensa

non replicando al figlio del silenzio)

di suo figlio che partì bambino senza voce

pianure padane inghiottirono speranze

cercava spesso una mano amica

la vita gli dette dolore.

 

Oggi, sul litorale di un mare,

quella donna è tornata col fascio d’erba

divenuto fieno;

si china sulla sabbia come quando, bambina

portata da sua madre scriveva di sogni

sulla sabbia.

 

Col fascio di fieno si piega a terra;

si piega col cuore stanco

e i dispiaceri di tutta la stirpe.

Il mio handicap le ha dato il colpo.

Mi sento assassino di mia madre.

Ormai sonnambulo vago col suo nome

per i giorni che restano da vivere.

da Adobe, Nuova Compagnia Editrice, Forlì 1990.

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