La Rupe Tarpea: azioni d’ignoranza ed egoismo
Non c’è più selezione naturale. Ritorniamo alla Rupe Tarpea. E’ il contenuto di un commento di Joanne Maria Pini, compositore e docente di armonia al Conservatorio di Milano. E’ l’opinione che ha lanciato su facebook. Disabiti d’Italia, ribellatevi! Scrivete al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, alla Ministra dell’istruzione, Mariastella Gelmini, anche - se credete - al Capo del Governo, Silvio Berlusconi. Smettiamola con gli insulti ai disabili! Eppure, fra loro, ci sono scrittori, validi studiosi, poeti, scienziati di chiara fama. I disabili sensoriali, mi riferisco ai sordi e/o ipoacusici, ai ciechi e/o ipovedenti, sono sempre tenuti sulla raticola; le loro capacità psicocognitive sono nella norma purché fruiscano di docenti in possesso di professionalità di trasformare il Sapere in chances apropriate, secondo un processo noologico e di stimolo delle aree cerebrali proprie dei disabili sensoriali (ciechi e/o sordi). Ciò non avviene mai. I ministri, tutti quelli che si succedono in viale Trastevere, sono allo status quo nell’impatire insegnamenti restando su itinerari didattici tradizionali ed obsoleti. Gli insegnanti non sono preparati secondo i bisogni specifici dell’apprendimento. Restano ancorati a vecchie metodologie didattiche e/o perché non si studia la disabilità dei processi di apprendimento appropriati. Questa scuola condanna all’ergastolo i bambini sordi/ipoacusici per una propagandata inclusione e integrazione che mai c’è stata secondo i reali bisogni (cfr Scuola di Silenzio, Lettera ad una Ministro (e dintorni), Armando, Roma 2005). Erano migliori, a dirlo con onestà, le tanto vituperate «scuoole speciali» dove, almeno, i sordi avevano la ‘fortuna’ di confrontarsi fra di loro. Oggi, in Italia, ci sono 95.000 cosiddetti “insegnanti di sostegno”, ma quanti effettivamente sono capaci d’insegnare a chi non ode? La colpa e il fallimento dell’inclusione didattica e dell’integrazione dei disabili sensoriali sono da attribuire ai Ministri dell’istruzione che si sono susseguiti ogni nuovo governo. Per molti genitori la carenza di professionalità dei docenti si è trasformata in rabbia, in disprezzo della loro professione. Ma dobbiao pur giustificare i docenti perché sono vittime di questo decennale andazzo della Scuola. Bisogna ristudiare l’inclusione con l’apporto di docenti sordi e/o ipoacusici che abbiano avuto la “fortuna” di aver frequentato le scuole specializate sperimentando i processi di apprendimento acustico. Col loro apporto, - all’inclusione e, poi, all’integrazione con gli altri coetanei, in una società di tutti, ma diversamente speciale, perché si considera l’evidenza.