Democrazia… pro domo mea

Norberto Bobbio ha trascorso decenni a confrontarsi con la democrazia, sino ad affermare: «Se il socialismo è difficile, la democrazia è ancora più difficile
Non è una battuta, ma costatazione di una realtà evidente nel nostro tempo. Nel parlamento attuale, nel governo, nelle più alte cariche istituzionali, nei partiti i leader accedono alla responsabilità di comando attraverso un processo democratico? Difficile accertarlo. Se affermiamo che la democrazia è espressione del consenso, dobbiamo ammettere che Berlusconi ha ragione, col solito sarcastico sorriso affermerà: «Io sono il più votato!»
La sconfitta di chi non ha il consenso immediato deve indurre ad uno studio approfondito per verificare la genuinità democratica dell’avversario vincente, che ascende a leader utilizzando (che cosa? o chi?), di solito tutti i vincitori sfoggiano persone di comodo o media compiacenti, con giornalisti lacchè. Il capo di governo attuale, proprietario di televisioni e mezzi di comunicazione di ogni genere, col continuo martellamento della mente dei teleutenti (sui media sonoro-verbali) con appositi programmi prodotti dalle proprie emittenti, condiziona ogni giorno l’elettore. La democrazia, cioè il consenso carpito dal signor B. è un consenso ‘malato’. Tutti sanno che, un Berlusconi negli Usa, mai sarebbe diventato capo di governo: il conflitto d’interessi non avrebbe trovato un partito d’opposizione, a parte l’IDV, accondiscende. Abbiamo conosciuto il fascismo, il comunismo e, oggi, conviviamo col berluconismo, del quale non si capisce (ma come potrebbe essere diversamente?) dove inizi il populismo elitario e l’autoritarismo mascherato. Perché è vero che, Berlusconi, non darà mai ordini seguiti con un pugno sul tavolo nelle riunioni del CdM, agirà sempre con un complimento e/o una battuta, per poi intervenire immediatamente su altri poteri istituzionali, per sfruttare la potenzialità di convincimento mediatico e/o gli incensatori.
E’ inutile, infine, analizzare quanto dichiara, perché è un esperto del contraddire, non è la legge ad essere ad personam, ma tutto quello che dice, lo scopo di fondo è annebbiare la mente del telespettatore o di chi lo ascolta in piazza, le virgole del discorso sono i sorrisi, le ‘battute’ sulle belle donne, i racconti di ovvietà parentali. Gli abitanti nell’italico Paese gongolano su tali parole e ci cascano sempre, votandolo…
Bisogna iniziare dalla scuola ad insegnare democrazia mettendo in guardia i nostri studenti sulla reale democrazia. Qui il furbo signor B., con la ministro di competenza (si fa per dire), si guarda dal programmare una scuola efficace. La conclusione è: democrazia in Italia pro domo mea.

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