Il politico presuntuoso eletto in Parlamento
Noi che affermiamo d’essere specie umana
non ci avvediamo dell’egoismo quotidiano
innestante «tutti siamo eguali»;
invece c’è sempre taluno superiore
che ci spaventa col suo saper fare
per questo lo chiudiamo nel recinto;
stufo, l’Italia talvolta lascia:
intelligenza esiliata in stranieri siti
a fatica la lingua colà biascica:
negligente fu la patria
formica misconosciuta, vaga.
(…)
Giustificarsi non serve, politico.
Sei quacchero, zero.
Quel che fa piangere il cuore
è che non avverti la tua sventura;
dallo scranno d’eletto a Montecitorio
articoli vuote parole.
Non hai appreso dai saggi qui passati
che tacere è sinonimo d’intelligenza.