La forza del pensiero, dei sordi
Ci sono, in giro, troppe chiacchiere che prendono il sopravvento senza che, spesso, la persona se ne avveda. Predomina l’informazione perché la società moderna la ha elevata a merce. Travaglio vale tot; Rino Rossi vale molto meno. Un certo Silvio Berlusconi, propritario di televisioni e di una meriade di rotocalchi e giornali, fa sì che tutto ‘giri’ sull’informazione e sul… gratta e vinci (sic). La notizia è merce. Ma Marx non aveva pensato all’assuefazione della merce notizia; e la saturazione della ripetitività dell’annuncio, iniziata in Italia con le radio libere e le televisioni, non ha dato inizio alla creatività o all’ideazione di produrre informazione in modo differente e nuovo. Perché, se fate attenzione, vi accogerete che tutti i telegionali si somigliano: la regina che predomina è la parola verbale. Chi la utilizza sa usare solo quel mezzo. Il bombardamento di informazione parlata è sempre evidente. C’è il rifiuto o l’aspettativa dell’ascoltatore. Nessuno oggi è capace di resistere più di dieci minuti nel seguire un programma d’apprendimento, o che impegni un processo mentale. L’informazione, a bizzefe, ha generato la svalutazione del contenuto e l’incapacità di analizzare il focus della notizia. Il capo del governo lo sa bene: e ci sguazza, sapendolo spara ancora più bla-bla, vale a dire “merce verbale”, portando all’apice la confusione dell’ascoltatore sulla reale verità, “merce reale” prodotta dalle funzioni cerebrali che sollevano critica e dissenso. Non è un caso che, Berlusconi, metta tutto in dubbio quando una persona, che ricopre un ruolo istituzionale lo “giudica”. Per lui esiste solo la “sua informazione”, esclusiva e personale, la sua legge. Il resto è falso, è invenzione dei giornalisti, interpretazione delle leggi di giudici che lo “invidiano” o gli vogliono male!. Quest’uomo, che è a capo del governo italiano, si permette di fare teatro negli incontri ufficiali con i leaders di altri Paesi. Finisce sempre per fare spettacolo, televisione, accostarsi alla realtà manipolata dallo strumento mediatico e conoscendone l’opinabilità, sa che non potrà originare una critica diretta e seria. Questo per Berlusconi è tanto più supportato dalla capacità di manipolare il consenso degli elettori, che sbandiera con i sondaggi a portata di mano. Ma il continuo ricorso al consenso, di cui si vanta spesso e con cui continua a soggiogare la gente, è il solito vizio dei dittatori, ma - nell’era moderna - è manipolazione della mente, indurre al sonno le potenzialità mentali. Solo i sordi si salvano dalla manipolazione delle coscienze, di questa falsa democrazia. Tuttavia può esserci una consolazione amara per chi l’ha capito: la sconfitta sarà tardiva, ma certa. Solo allora inizierà il nuovo ciclo, che sarà possibile chiamare “terza repubblica”, perché la seconda non è mai apparsa, nonostante le inchieste condotte da Di Pietro negli anni Novanta!