Dell’uomo chiacchierone il pericolo politico
L’osservatore della politica estera del New York Times, James Roston, affermava che «Il mondo è guidato da governi che comandano per mezzo della forza e della paura, o da governi che non godono della fiducia della maggioranza dl popolo». Eppure, come avviene in molti Paesi dell’Occidente, tutti i governi dovrebbero farsi guida del loro popolo perché democraticamente eletti. Quando qualcuno porta l’attenzione sul governo di Berlusconi affermando che è potenzialmente dittatoriale intende portare l’attenzione sul fatto che agisce o indirizza le scelte per rafforzare esclusivamente la propria leadership e quella dei sodali. Ciò è soprattutto adoperarsi all’acquisizione del potere, estendendolo sempre di più. E’ la caratteristica dominante delle persone con disagi psichici, con conflitti non risolti. Ma ci sono anche statisti maturati per un’idea di fondo: per la giustizia, il riscatto sociale ad una condizione economica di svantaggio ecc. Berlusconi non ha paragone con Churchill, De Gaulle, uomini carismatici, maestri della parola; Kissinger, tecnico della politica (…). Poi? Poco altro. Forse Mao, giudicato «L’ultimo dei grandi dinosauri e con ciò intendo gli statisti che sono stati attivi in guerra. Gli europei hanno elevato ad un’alta considerazione l’altezza del giuramento del guerriero» (André Malraux su Newsweek). Ma Berlusconi chi rappresenta? Di certo gli avvocati che lo difendono dalle malefatte, stipendiati con la carica di parlamentari, ovviamente il culto della sua persona e le sue aziende. Berlusconi è un man-language. Capace di costruire una sfilza di parole senza che le passassero per il cervello: e questo le degrada a sconclusionata chiacchiera. Il giornalista Marco Travaglio l’ha capito da una vita. Idem il presidente dell’Idv, Di Pietro. Molti politici si addormentano sulle parole di Berlusconi. Questo porta l’Italia ad un rischio internazionale nel momento in cui il capo del governo va all’estero o parla a nome dell’Italia: mina vagante e a rischio economico per tutti i cittadini. Berlusconi non deve essere lasciato solo a modificare la riforma della Giustizia – come sta muovendosi tutt’ora -perché la governerà a proprio piacimento. Gli indizi psicologici della sua fobia per la Giustizia (e ADP) - non servono riproporli, basta seguirlo nelle sue sortite quotidiane. Maestro-giocoliere della parola utilizzata a proprio piacimento, secondo le momentanee opportunità, allo stesso modo come fa con la Giustizia. Che alla lunga però, come tutte le dèe, ne smaschera la natura: un attore asceso alla ribalta per soggiogare gli spettatori e conservare la padronanza del palco del teatro su cui recitala la propria condizione di “unto del Signore”, un uomo oligarchico con smanie di protagonismo che ha ingessato il dibattito politico in Italia.