«La sinistra inganna i giovani» dice Berlusconi.
Da dove giunge la predica, mio Dio! E’ la solita solfa. Il reale inganno, verso i giovani, giunge dal capo del governo. La riforma scolastica della ministra Gelmini e dell’uomo di Arcore ha l’obiettivo del peggio, di un’istruzione che lascia i ragazzi e i giovani nell’ignavia, divide i ricchi dai poveri, i figli di papà dai garzoni. Se andiamo andietro di 45-50 anni ritroviamo le scuole rurali, sparse in luoghi di campagna nel nostro Paese, erano le pluriclassi con addirittura una sola maestra per cinque classi! Oggi ci sono alunni che hanno bisogni educativii differenziati, pensiamo ai figli degli immigrati, ai disabili e ai tanti ragazzini sulla soglia di sofferenze borderliniane. Di questi alunni problematici, caro Berluconi, che ne facciamo? I suoi figli sono stati istruiti col metodo steineriano. Tenuti lontani prima di tutto dalle televisioni, dai media tramite i quali il genitore è divenuto megamiliardiario.
Oggi è arduo farsi chiamare «maestro» da qualcuno, allora pretendiamo imporlo a ragazzini chiamati a seguire un uomo o una donna, più quest’ultima del primo. La società voluta da Berlusconi è fondata sulla menzogna, sul falso in bilancio delle aziende, sull’astuzia di far fesso il legislatore.
La ministra Gelmini si pone un solo obiettivo: accontentare il suo “datore di lavoro” per spingerlo a trasformare la scuola per tutti in scuola di élite, per le nuove oligarchie. La riforma è pessima perché, se fosse vero che il mutamento didattico delle figure presenti in classe, ha lo scopo di focalizzare l’attenzione degli alunni su un’unica “guida”, lo stato spenderebbe più soldi per formare i docenti, per renderli maggiormente produttivi e professionali. Per quanto riguarda la popolazione scolastica svantaggiata - i disabili - il governo punta a rimetterli nelle «scuole speciali», imponendo alle amministrazioni provinciali di accollarsi le rette di mantenimento in quelle sedi. Berlusconi è un attore nato, stargli lontano o contestarlo è l’unica saggezza che può compiere la persona inteligente.