La potenzialità del sordo
Il mio sforzo è trovare “risposte” per la soluzione dei problemi sociali del sordo: il suo essere persona, l’accettazione nella sua potenzialità. Il soggetto del Silenzo vale. Perché la sua vita sia prettamente valutata psicologicamente e - perché no? - filosoficamente occorre che tutta la comunità compia lo sforzo di istruirlo bene e, poi, accettarlo. La maggior parte della gente non accoglie il sordo perché fa fatica a dialogare con lui: e senza dialogo si finisce per non amarlo né conoscerlo. Occorre aprirsi a quella condizione di forma mentis di accoglienza, e mentre lo istruiamo, ci avvediamo che è un essere straordinario. Egli ci insegna tantissimo. Molti cosiddetti esperti (di giornata di solito) sono persone vacue, senza volontà di scoprire il «tesoro del Silenzio». Di solito gli udenti impongono: e i sordi fuggono! Occorre essere coinvolti dalla forza dell’amore: e bisogna che quest’amore inizi nel microcosmo della famiglia. Se si riuscisse ad impegnare in famiglia questa doviziosità, assai se ne gioverebbero i figli normodotati per costruire interrelazioni basate sulle esperienze percettive visive. Tutti noi sordi, allora, saremo chiamati a scrivere - non la nostra storia personale - ma quella del Silenzio che ci favorirà nel contatto con la comunità. Saremo coinvolti sì nel mondo degli «altri», ma secondo le nostre peculiarità. E allora stringi stringi ti accorgi del «vuoto» di chi ti sta attorno, ad incominciare da chi dovrebbe istruirti (v. Scuola di Silenzio, Lettera ad una Ministro (e dintorni), Amando, Roma 20O5). Invece siamo barca alla deriva (…). Alla lunga si capisce che l’esperto non ha studiato abbastanza per riciclare la cultura ex-novo secondo i bisogni. Eppure credo che nella storia linguistica non c’è mai stato un periodo così fertile come quello d’oggi che, grazie alla lingua dei segni, per lo più utilizzata nella comunicazione dei sordi alla stessa esposti, permette ai ricercatori di penetrare nell’humus del linguaggio. Ma questo è campus dei capaci. C’è comnque chi ha intuito la potenzialità del Silenzio estendendo le intuizioni ad una nuova forma lettearia; basta studiare gli scritti dei sordi per accorgersene. Ciò conduce ad un’approfondita riflessione sui processi neurolinguistici e la memoria del sordo.
Mente e cuore
Questo è il Silenzio
nel quale mi sono recato
in notti senza luna
nel buio delle terre
ho curvato il corpo
stanco di peregrinare parola.
E’ facile infilzarla - imitare i poeti.
Ma la notte rimane aggrappata al Silenzio.
Non so se riusciremo - un giorno
a superare l’Ostacolo.
Proviamoci. Il cammino è lungo.
Siamo messi alla prova da secoli:
e tu lo sai madre, preghiera
è stata la mia logopedia,
ripetute giaculatorie
mi hanno allenato al linguaggio;
eccomi parlare più lingue,
solo la più bella non accolta
capace di stendere a tutti
messaggi di mente e cuore (…)
Nel continuum dell’Itinerario approfondiremo queti temi.