Dire sempre no al pietismo

Noi sordi non dobbiamo accettare d’essere “governati“ dal sottogoverno, che vive di noi e, per mezzo di noi, propone e consolida leggi attraverso le quali poi ci comanda o ci emargina. Dobbiamo avere - lo confermo ancora una volta - la dignità e l’intelligenza di scrollarci di dosso commiserazioni e pregiudizi che vestono le nostre identità da secoli. Ho sempre combattuto per l’indipendenza di giudizio e la libertà di scelta. La mia è stata sempre una guerra solitaria che tanti, troppi, hanno visto da una parte sbagliata. Ma per noi sordi gravi come potrà avvenire l’emancipazione se non che con un atto rivoluzionario? Da sempre, noi tutti o quasi tutti, viviamo nell’umiliazione d’essere raccomandati per avere un “posto di lavoro“. Questo strisciare continuo ai piedi del “potente“ di turno ha finito per debilitare la nostra intelligenza, rimettere le nostre rivendicazioni nelle mani altrui, annullato il nostro coraggio: e loro si sono messi davanti a noi per risolvere i loro problemi, non i nostri. Tante volte mi sono accorto d’aver mutilato la mia idea o iniziativa di protagonista, o d’averla plasmata su suggerimenti di chi parlava da fuori (…). E’ triste ammetterlo, ma è proprio così: e mentre la rassegnazione mi sommerge vincendo a poco a poco le ultime scintille di ribellione, non posso omettere l’avvilimento che sta diventando cronico in noi disabili  insinuandosi nei giovani deboli con la droga, con la violenza cieca per futili motivi, col sesso sfrenato, col furto, con la smania di correre pazzamente su auto e moto, con la paranoia.

Dobbiamo avere il coraggio di diventare pro-ta-go-ni-sti. Una danza di parole? No. E’ il rispetto dell’intelligenza per risolvere, noi, i nostri problemi.

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