Ho deciso di votare IdV, ma…
Quando Borges parlava di politica diceva che se ne era occupato “l’indispensabile“. Era intervenuto solo durante il perido della dittatura. Ma quella, aggiungeva, non era questione politica, era questione etica. Vogliamo verificare, nelle liste del partito di Antonio Di Pietro, se vi è stata serietà di scelta, di etica, che è parte delle regole democratiche fondamentali, quale, in primis, il rispetto dell’elettore e del suo consenso.
Su MicroMega n.2/08 Marco Travaglio spiega perché voterà «per il partito di Antonio Di Pietro». Ne elenca i meriti, innanzitutto le liste di persone “pulite” presentate; la battaglia per la legalità sostenuta in questi anni; il no all’indulto per evitare di salvare Previti, furbi, corrotti e mafiosi. Inoltre Travaglio ricorda il rifiuto da parte di IdV del finanziamento pubblico dei partiti e dei giornali di partito; la “pulizia” compiuta da ADP ai vertici dell’Anas cacciando gli inquisiti e i condannati responsabili di ammanchi; l’ordine messo ai progetti faraonici erediati dal precedente ministro Lunardi. Infine, afferma Travaglio, ADP sta dicendo in campagna elettorale che Berlusconi rispetti la sentenza della Corte di Giustizia Europea di Lussemburgo sul fatto che Rete 4 deve essere trasferita sul satellite e liberare le frequenze per far trasmettere all’emittente Europa 7, padrona delle frequenze. Poi ADP è onesto di… famiglia. Un padre contadino gli ha insegnato come guadagnarsi il pane col sudore della fronte. E’ stato studente, lavoratore, emigrante, poliziotto studente per diventare commissario e, di sera, s’impegnava ancora nello studio per il concorso in magistratura. Non c’è dubbio che, il suo impegno, al contrario di quello di Berlusconi imprenditore televisivo o dei media cartacei, è stato sempre solare, nel rispetto delle regole morali (etica).
L’iniziale mio «ma», dubitativo, è sorto dalle ultime vicende relative alla preparazione delle liste politiche ‘calate’ nelle regioni . La legge elettorale attuale dà potere al leader di… vita e/o morte di un politico. Dipende dalla simpatia, dagli interessi più o meno confessabili, da convivenze in squadre sportive adolescenziali, scappatelle facilmente intuibili, eccetera. L’IDV di Di Pietro è una squadra “fidata”. Eppure ADP non ci ha azzeccato sempre, perché due che erano stati privilegiati della sua scelta, Sergio De Gregorio e Federica Rossi Gasparrini, un mese dopo eletti in parlamento, se ne andarono. Questa volta ADP è voluto andare sul sicuro pensando bene chi candidare. Però ha esagerato. Ha dato subito l’ostracismo al suo deputato D’Ulizia, marchigiano eletto in Lombardia, pare approdato alla Camera per costruire appartamenti ai parlamentari, ovviamente su proposte bipartisan (in fondo la sua idea avrebbe fatto risparmiare alla Camera e Senato un mucchio di soldi, considerato che senatori e deputati, per dormire a Roma, si beccano da 2 a 3 mila euro per l’affitto). Tra i candidati priviligiati troviamo l’Onorevole Mura, tesoriera del partito. Ha 8 (otto) chances di riconferma. Candidata alla Camera in Lombardia 3 dopo Di Pietro, alla Camera in Emilia, sempre dopo il Presidente, alla Camera nel Lazio 2, alla Camera in Campania 1, al secondo posto, dopo Di Pietro, sempre in Campania 2, candidata alla Camera. Orlando ha 5 candidature. Antonio Borghesi ne ha due, tre ne ha Donadi e, con sapiente arte e certosina pazienza, riprese dal manuale Cencelli, di mnemesi democristiana, troviamo che chi ha più candidature sarà utilissimo per far entrare un solidale. Per esempio ritornerà il cognato di Di Pietro, Gabriele Cimadoro, che alla Camera in Lombardia 2 è trascinato avanti, guarda un po’, dal cognato e dalla stessa Mura, che ovviamente non gli faranno le scarpe. A questo punto, un’invipirita Wanda Montanelli, nulla a che fare col grande Indro, responsabile delle donne dell’IdV, ha deciso di protestare, dapprima col digiuno, poi chiedendo un risargimento di 1.600.000 euro al partito. In fondo i partiti prendono soldi dallo Stato ed è evidente che, nelle liste predisposte dall’IdV, ci sono favoritismi. Saremo curiosi di conoscere le decisioni del giudice.
A qualcun altro (di nostra conoscenza…) è stato detto di no perché… “impossibile trovargli un posto idoneo”. Stupisce che i paggi si siano prestati ai giochetti cancellando, in un solo colpo, l’eticità e i valori che muovono e sostengono l’IdV. Comunque sia, rivoterò l’Italia dei valori perché Di Pietro è una delle poche speranze per noi disabili sensoriali, sebbene sappiamo - da tempo - che compie errori di scelta delle persone. Sono pochi i leader politici nel nostro Paese a capire che, i disabili, sono necessari nel processo socioculturale e politico della comunità. Aspettiamo la loro maturazione con pazienza. E’ un investimento per il futuro.