I sogni di silenzio per far politica
Arduo è l’Ostacolo
nell’attesa di prendere la spada,
non sai se tu sarai avanti a difendere
quella gente che urla dietro a te.
Sei uomo che tenta di accedere:
ferite ali non più tenteranno il volo,
ti sommergono di ciance i politici
azzuffandosi notte e giorno
per uno scanno di falsa vittoria.
Rauca ho la voce, di vergari della valle
impastata di accenti studiati a tavolino;
eppure io - proprio io poeta -
mi sono caricato il Silenzio
per portarlo dinanzi ai potenti,
nelle stanze dei bottoni ho valutato
che “si può″ spiccare il volo.
Verrà il giorno che saremo noi
a governare con segni precisi leali.
Forse sono illuso, ahimé
non han capito il messaggio;
con Maura ho compiuto ogni sforzo
per sfondare quelle porte d’egoismo,
ma loro contrattano posti
un tira-e-molla senza fine.
Bugie mercantesche scambi ricatti.
Volgo lo sguardo nel buio mare
luci di navi scendono nel Meridione:
mi resta stasera il coraggio
d’aver tentato coi sogni di volare.
(Inedita) - 29 febbraio 2008