Archive for Maggio, 2013

Valutazione del 28 maggio 2013

Mercoledì, Maggio 29th, 2013

Sezione  INFANZIA

C.L. Matricola 57 277        SUFFICIENTE

D.S.D,  Matricola   56 751     DISCRETO

M.L. Matricola 57 393  SUFFICIENTE

S.S.  Matricola   58 296   BUONO

S.C. Matricola 56 186  OTTIMO

S.E. Matricola  57 36   SUFFICIENTE

Sezione PRIMARIA

B.S. Matricola  58 376   Discreto

B. E. Matricola 52 291   Buono

C.A. Matricola   44 400   Discreto

C.E. Matricola 48 058   Buono

De F.V.  Matricola 47 802   Buono

De  G. E. Matricola  62 169    Buono

De  G. M.F. Matricola  62 177  Buono

F. E.  Matricola   56 722   Discreto

M. L. Matricola 57 393   Sufficiente

F. P. Matricola  52 527 Discreto

I.G. Matricola 58 167  Discreto

L.C. Matricola  52 732 Discreto

M.A. Matricola 48 067 Discreto

R. M. Matricola 44 074  Buono

R.S. Matricola  58 917   Discreto

S.E. Matricola 57 366 Sufficiente

S. S. Matricola 58 320   Buono

V. I. Matricola  60 173  Buono

Terzo Flash

Lunedì, Maggio 27th, 2013

In una recente ricerca (cfr Il Sole 24 ore del 26 maggio 2013) è stato verificato quanto le donne sono discriminate nel mondo del lavoro e della ricerca scientifica. E’ riportata una Tabella titolata “Il Gap di genere è un seme da estirpare” specificando che: il 10% delle donne non raggiunge il vertice delle Università italiane, cioè divenire Rettore; il 34% è la percentuale di donne ricercatrici calcolata sulla popolazione che fa ricerca; il 17% la percentuale di donne nel board di enti e istituzioni. Il 36% è la media europea!; il 3 posto il numero di donne che siedono nel board, mentre l’Italia è al terzultimo posto in Europa. La donna quindi non è stata valorizzata in questi ultimi 20 anni che ha governato dia il centrosinistra sia il centrodestra, molti anni di più. Qual è il motivo? L’annullamento della donna nel processo decisionale e occupazionale dipende dalla supponenza dell’uomo e dal pregiudizio.

Se la donna è così tanto discriminata nell’occupazione e nella professione pensiamo quanto più lo sia la donna disabile? E lo stesso i disabili dell’udito e della parola di genere maschile! Il sordo è escluso di prendere in mano le sue capacità professionali e culturali. Il Dr Daniele Regolo di Civitanova Marche ha ideato un sito (v. www.jobdisabili.it) che favorisce le Aziende e/o i quanti altri vogliono, privati e no, di “scegliersi” il Disabile che più ritiene all’altezza di rispondere ai propri bisogni occupazionali: con la gratificazione del dipendente e dell’occupato!

Non basta possedere un titolo di studio. Forse ieri era sufficiente, poi entrare in… scena la legge dell’occupazione obbligatoria, la famoso «382/68» e, i sordi occupati, dopo un primo difficile avvio, se la cavavano bene, ripetendo, spesso, dall’assunzione al momento della pensione, lo stesso lavoro (qualifica). Oggi le cose sono molto mutate. Ci vuole ideazione, ci vogliono programmi da elaborare e proporre: e di fatto c’è bisogno di cultura professionale, di collaborare con altri.  Molte tipologie occupazionali possono essere benissimo idonee per i sordi o (almeno) portate avanti da loro per i simili. Dico dell’attività d’insegnamento nella scuola d’infanzia, primaria e per la scuola secondaria di primo e secondo grado. Ciò tuttavia impone, giustamente, il conseguimento della laurea. Quanti sono i sordi laureati in Italia? e la tipologia di laurea? E, una volta laureati, che lavoro svolgono? Noi sappiamo chi dovrebbe svolgere questa ricerca o rimboccarsi le maniche per «fare occupazione» per i sordi e gli ipoacusici. Ci sono professionisti (pochi ma ci sono!) sordi seri degni di gareggiare con i colleghi normo-udenti della stessa professione ma parecchi di loro sono delusi e si allontanano dalla loro primigenia associazione, nella quale sono stati, possiamo dire, allevati.  Sinceramente ci affidiamo a  www.jobdisabili.it  del Dr Daniele Regolo!

Il Welfare in agonia (Secondo Flash)

Giovedì, Maggio 23rd, 2013

Lo Stato italiano vuole risparmiare denaro e lo fa con i «tagli» alle spese. In ogni regione si spende e spande, come si usa dire.  L’ENS per effetto del D.P.R. 31 marzo 1979 ha trasferito i compiti, che una volta gestiva come “ente parastato”, alle regioni e agli EE.LL.  E’ noto a tanti che, le Regioni, ha gestito malissimo i servizi pro-sordi. Non vi è stata una linea omogenea per tanti motivi perché, i politici di maggioranza dell’Ente Regione, hanno seguito una via di interessi di partito. Così in molti Regioni è prevalso il «contributo regionale» a favore degli Enti con personalità giuridica di diritto privato. Una forma di obolo legalizzato. Qualche altra Regione ha tentato di creare servizi propri a favore dei sordi (interpretariato in LIS, di labiolettura ecc.) ma mai è avvenuto un progetto programmatico perché, per predisporlo, ci vuole una buona base culturale. La proposta sarebbe dovuta venire dagli stessi protagonisti ma, per un motivo e l’altro, l’impegno è venuto meno. E’ stupefacente, ma è così: l’Ens è simile ai Paesi europei. Se l’Europa non prevale ancora una lingua e un Progetto di bene comune, così nell’ENS: tante regioni hanno leggi differenti e confuse che non conducono al benessere dei sordi e degli ipoacusici. Il Ministero che dovrebbe vigilare sull’ENS non lo fa o, se lo fa, avviene molto male. Col DPR 31 marzo 1979 i dipendenti dell’ENS (anche quelli delle sue scuole, gli insegnanti) vennero trasferiti alle Regioni e poi, le stesse regioni, li hanno smistati presso gli Enti Locali (Provincia, Comuni ecc.). Chi ha vissuto direttamente il fatto sa bene che, in seguito, la formazione di docente e di operatore è scomparsa. Il reclutamento di taluni dipendenti non è più avvenuto per selezione e titoli professionali. E’ prevalsa una politica, in parecchie  Regioni, di vigilanza dei sordi. Chi li vigilava? E per chi? E’ molto lungo spiegarlo. Lo faremo nei nostri Flash. Chi ha fretta di conoscere rimando al bel libro di Massimo Fioranelli, Il decimo cerchio. Appunti per una storia della disabilità, Editori Laterza, Roma-Bari 2011.

I Diritti acquisiti possono essere cancellati nel tempo SE non dimostriamo di prendere noi in mano la situazione. Parecchi tuttavia non gradiscono che, i sordi, diventino protagonisti di se stessi. Certo, c’è chi grida che ciò non è vero, invece è vero! Perché nessun raggruppamento, nessuna associazione può fare a meno dei propri esponenti di punta, anche antipatici e odiosi.  Chi li respinge? Chi li condanna? Sordi che blaterano ma non sanno farsi valere a sufficienza nella comunità. Loro ascoltano gente dappoco: gente sconfitta nella comunità di maggioranza udente. Allora il problema è grave perché, se niuno desta, finiremo sotto tutela, come prima della Legge Rocco. Che fare? Se il Governo Letta ha istituito il Ministero dell’Integrazione affidato alla ministro Cecile Kyenge, proposta che condividiamo, è oppurtuno mettere ordine sulle problematiche della Disabilità. Prima di altri, pur rispettandoli, dobbiamo essere noi ad integrarci nell’Italia.

MAI PIEGARE LA TESTA PER UNA VITA A META’

Lunedì, Maggio 20th, 2013

L’ENS che «era» e l’ENS «virtuale» di oggi (Primo Flash)

Lunedì, Maggio 20th, 2013

Non è facile capire e addentrarsi nell’Ente Nazionale Sordi perché, ogni parola, potrebbe essere fraintesa sia dai protagonisti che dagli udenti che non hanno a che fare col mondo del Silenzio o, soprattutto, quelli che hanno contatti quotidiani, per lavoro, con i sordi.

Attualmente è al vertice dell’Ente associativo di diritto privato il signor Giuseppe Petrucci, agrigentino. Ci sono molte cose  da dire sulla gestione dell’ENS. La maggior parte dei Soci è alla finestra aspettando gli eventi.

Quali? I giornali hanno scritto parecchio sull’ENS, innanzitutto Il Fatto Quotidiano che, per due volte, è intervenuto con due articoli del giornalista Paolo Tessadri: l’uno pubblicato il 10 ottobre 2012 col titolo «Soldi e immobili, l’Ente Sordi dissanguato», l’altro il 22 febbraio 2013 «Ente sordi, spese allegre: rimborsi, vestiti e case di lusso» sempre a firma di Paolo Tessadri.

Le risposte della presidenza non sono state sufficientemente tranquillizzanti per i tesserati che, dobbiamo ricordarlo, hanno mensilmente una trattenuta dall’INPS sulla propria indennità di comunicazione per una precedente convenzione ENS-INPS nel periodo della presidenza Collu. Ovviamente la trattenuta non è tassativa. Il Socio può decidere di versare la quota direttamente alla propria Sezione di appartenenza, NdA). Pertanto è democrazia amministrativa che, i soldi versati dai sordi soci, siano resi pubblici secondo le voci di spesa. In un prospetto esplicito nel sito dell’ENS centrale. Comunque sia, il bilancio preventivo e consuntivo dell’ENS diventa un fatto di trasparenza necessario per tranquillizzare tutti i Soci.(Nel caso di bilanci l’ENS pubblicizza le proprie decisioni sia agli organi interni che a quelli di vigilanza e, ovviamente, ha i propri sindaci, NdA).

Alle denunce della stampa il presidente ha replicato con risposte che non rientrano nel nostro giudizio se hanno un fondamento o se siano carenti. Comunque sia, ci sono state interrogazioni parlamentari. Il ministero vigilante (dobbiamo ricordare che l’ENS riceve contributi annuali dallo Stato) ha inviato la GdF. I Soci stanno aspettando le indagini dei competenti organi. Vogliono essere informati. Non è possibile prendere per oro colato tutto ciò che è detto da una parte. Comunque sia, ogni socio effettivo, può rivolgersi ad un avvocato e chiedere agli organi competenti sul fine statutario di quanto versa mensilmente all’ENS.

E’ pur vero che l’approvazione del bilancio, dapprima preventivo e poi consuntivo, da parte del CD e poi dal Consiglio  Nazionale, può avere un significato di correttezza (…).. Ma la situazione dei sordi italiani è drammatica: una  dispersione di potenzialità scolastiche e culturali senza precedenti! E questo nel menefreghismo delle Istituzioni! Nelle insinuazioni generali degli iscritti.

Restiamo con delle domande che via via tenteremo di porre. La prima: l’ENS ha ancora utilità d’esistere nel contesto socioculturale di oggi? Molti dicono di sì, altri ammettono che bisogna intervenire perché lo Stato non ha compiutamente portato a termine la riforma del passaggio delle competenze agli Enti Locali. Vedi  il DPR 31 marzo 1979 e successive Leggi, di cui  la Legge 104/92. Cosicché oggi abbiamo disparità di interventi per la stessa disabilità. Ogni regione legifera  secondo i propri rappresentanti politici.