PARTECIPAZIONE LIMITATA
Lunedì, Marzo 26th, 2012Ricorderà il primo governo Berlusconi che, ogni qualche giorno, compariva, sulle TV di Stato, una propaganda alludendo ad una questione, che sfociava con la didascalia «Fatto!». Uomo mediatico sapeva come vendere la mercanzia ad un popolo telepatico, con una mente limitata al un ragionamento politico. Adesso, col governo Monti, c’è chi dice: «Visto, ha fatto in qualche mese quel che, governi di destra e di sinistra, non sono riusciti a compiere per anni!»
Nel nostro paese c’è uno smisurato desiderio di amore per il potere fine a se stesso. Se fate una ricerca nel Parlamento italiano, verificherete che oltre il 70% dei parlamentari ha avuto in famiglia un genitore o un parente che, in un modo o l’altro, ha svolto politica elettiva (in comune, provincia, regione o e nelle stesse Camere….). Ne sortisce che, la politica, è un’azione esclusivamente di interessi personali. Non sorprende più di tanto. Ma stupisce tuttavia per i nuovi elettori italiani, o quando gli stessi fanno un paragone con i politici di altri Paesi europei. Di solito qualche poeta, di rado, entra in politica con l’illusione e la tipica ingenuità dei poeti che le loro forti emozioni, sollevate nella mega aula denominata «parlamento», ovverossia del bla-bla, possa condurre ad un convincimento concreto, con una legge, di progresso sociale e di un idoneo welfare chi li sta ascoltando. Mi sono messo a ridere (o a piangere?) nel costatare che gli stessi parlamentari dell’Idv, al Senato hanno votato positiva la legge per l’approvazione della Lingua dei segni italiana, alla Camera, la medesima legge, in Commissione è stata bocciata, dopo che tutti avevano orecchiato sermoni di rappresentanti di lobby, facendomi dedurre che si valuta sempre una «parte», ma nel nostro caso, considerato che la disabilità è così democratica che non si veste di colori di partito, a vincere sono i furbastri che tessono per impedire e sconfiggere qualcuno. Nietzsche disse una bestemmia ammettendo che, i poeti, non hanno pudore delle proprie esperienze, le sfruttano. Vorrei sfruttare la mia disabilità uditiva per dare a tutti un’eventualità di partecipazione. Come avviene per i sordi di alcuni Paesi dell’EU. La realtà è differente in Italia. La chiamata, come ho scritto tante volte, c’è allo scopo di aderire in quel momento. Credo che ogni partito sarà effettivamente democratico quando riconoscerà, non solo alcuni diritti individuali, ma come afferma il filosofo Norberto Bobbio, anche quelli sociali, altrimenti è una democrazia dimezzata. Il fatto che qualche leader alla fine se ne accorga, non giustifica il poco che si fa nei partiti per la «partecipazione».