Le bugie di Berlusconi
Lunedì, Aprile 26th, 2010Nei giorni susseguenti lo scontro Fini→Berlusconi, costui ha affermato: «Sono in pace con me stesso, non ho rimpianti, non ho rimorsi, non ho mai fatto male a qualcuno. Quando vado a letto la sera mi guardo allo specchio e mi dico: se stasera arriva l’angelo della morte, mi prende con la coscienza pulita.» Chi segue le sortite di B. dalla sua scesa in campo politico scoprirà, nelle parole, bugie, che assurgono a menzogne, frasi studiate a tavolino, ad uso e consumo dei creduloni. Il signor B. è uno stratega, utilizza le parole come un mago, sapendo che, la gran parte della gente, non ricorderà mai quel che ha detto qualche tempo prima. Tutto quel che Berlusconi dichiara lo lancia al vento, per idolatrare se stesso. Ci riesce perché conosce il suo pollo(elettore), che blandisce con i programmi delle sue televisioni; e i suoi sondaggisti e masmediologhi lo servono per annunciargli, in tempi reali, quel che la gente vuole che si dica. Fini, criticando la gestione del Pdl-azienda, compie l’encomiabile azione di ridare alla Camera la funzione di reciproco confronto tra i partiti, quel che la «dittatura volutamente celata» tra battute, goliardie ed escort a disposizione di parecchi ricalcitranti ai diktat di B., ci viene nascosto. Gli italiani devono essere riportati a «pensare politica», non a stare a sentire la sirena Berlusconi. Al Caimano non frega niente della democrazia, perché non l’ha mai praticata. Chi conosce la storia dell’uomo di Arcore si avvedrà che è il campione perfetto dell’acquisto-usa-e-getta della persona. Quanti professionisti della parola e dell’immagine ha sottratto ai concorrenti? Tanti. Molti non potevano essere inseriti nei palinsesti delle sue televisioni: ma li pagava, li teneva immoti sul sofà degli studi. Intanto costoro, come i campioni inattivi, sperdevano la capacità di svolgere la professione. Il gioco di B. era fatto! Obbrobrioso modo di comportarsi che ha sedotto anche leader di altri partiti i quali, come grilli, si sono mossi saltellando su ogni terreno, credendo d’essere loro stessi Berlusconi, senza averne classe e astuzia. Di questi “signori”, in periferia, Bersani e ADP ne hanno a bizzeffe. La maggior parte delle energie di questi pretendenti generali va sperdendosi in rancori, dispetti, inimicizie, operando per lo più per emarginare i capaci o chi vuole testimoniare il nuovo in politica. Bersani e ADP dovrebbero far sì che i galloni di capitano, maturati per impegno, coraggio e democrazia nel partito, restino motus operandi dei dirigenti regionali, piuttosto che gli eletti in parlamento della regione si intromettano e – con motivazioni più o meno discutibili – decidendo di affidare assessorati e incarichi ai propri fans che, genuflettendosi, accettando prebende post elettorali, il cui scopo principale è accrescere i (sempre) il potere del vassallo nella circoscrizione. E’ un modo di operare che non accresce consensi alla lunga perché, se viene accontentato il solito presuntuoso capetto locale, alla fine si finisce per umiliare e allontanare chi ha valore e capacità. Il Pd e l’Idv per divenire credibili - sia come opposizione che forza di governo - devono sfuggire queste persone che svolgono una politica contraria al bene comune.