Archive for Dicembre, 2009

GENTE SPECIALE CHE ANNUNCIO

Giovedì, Dicembre 24th, 2009

Io sono poeta, uno dei tanti che scrive

sollecitando l’altrui emozione

e solo così l’ingiustizia si cheta

del mio nararrare Silenzio.

Croce di gente dalla Costituzione scordata

politici futili, stolti, senza cuore

per noi “diversamente stupendi”;

a volte io pure mi sperdo

nella loro logorrea stordito

pronta solo a difendere il seggio.

 

(Oh volti assenti di giorni andati,

giovani di Silenzio con me decisi

in via Gregorio VII, all’Urbe.

Abbiamo tempo per salvarci?

Non credo alle promesse:

morte parole tramonto di speranza;

anche la donna fu così raggirata

rubandole spazio di comando.

Vinciamoli per risolvere i problemi

che ci stringono cappio in gola)

 

Hanno chiamato gente di penna

per solcare rotte d’un mare di carta

con messaggi inutili di atroci mutezze.

La pietà non è degna di vittoria.

La giustizia convince l’intelligenza

confessando la nullità del loro fare

chiusi in loculi d’egoismo governo.

Non cedere mia rinvigorita ragione.

Credici sospinta dalla voce del vento

che è giunto stamani, e spazza 

miasmi di burocratici respiri.

Vogliamo democrazia,

gente nota per amore e il fare.

Io la conosco nel mio mondo,

voi dite diversamente abili.

Eh sì, sono persone grandi

vincitrici di Dolore e Ostacoli

combinati da voi per frenarli.

Non piegatevi, fratelli

io canterò versi al sole

ritornato a splendere su ogni dove

- resurrezione! -

gente speciale annuncio.

ALLORA LA COLPA E’ DI ADP?

Domenica, Dicembre 20th, 2009

(L’astuzia  del capo del Governo che la dà a bere agli uomini

dappoco)

Inutile consumare altre parole su ciò che è avvenuto nelle ultime settimane; tra le tante ne prevale solo una: Berlusconi. Si parla (tantissimo) e si sparla (poco) sul capo del Governo. Egli è al centro dell’Universo perché è stata ferita la sua maestà. La società mediatica, sulla quale il signor B ha   fondato il suo impero economico e di potere, inizi a riflettere dalla vicenda, dall’oggetto lanciatagli dal giovane Tartaglia. Seguendo la trasmissione “Annovero”, tramite le sottotitolazioni, ho notato che molti temi non sono messi a fuoco, non sono date convincenti risposte, perché l’interpretazione dell’interlocutore, chiamato a chiarire certe azioni, finisce per non chiarire niente! Forse solo lo psichiatra Galimberti c’è andato molto vicino: il signor B ha problemi psicologici (latenti), un superego che può essere ridimensionato con un altro altrettanto forte. B pretende di governare/comandare su tutto e tutti.  La Festa del tesseramento non era altro che il suono del flauto che era andato a snidare topolini, i quali accorrono dietro al pifferaio. In una traversa di Piazza Duomo il signor B si sgola, attacca chi non condivide il suo operato, l’opposizione è nemica. Alla fine il signor B, emulo dei grandi Statiti a cui si paragona, anzi si sente superiore, imitandoli nel “bagno di folla”, ma stavolta gli è fatale. Ecco che il giovane Tartaglia “psicolabile”, come lo definiscono i giornalisti, gli tira in faccia un oggetto simbolo della sua Milano, il duomo. Egli, pur sanguinante, non si piega, esce rabbioso dall’auto per puntare il poveretto che ha osato l’affronto, ormai sopraffatto dai bodyguard, dai CC e poliziotti. La rapida azione del capo del governo, nella vicenda, induce gli psicoanalisti ad analizzarne la psicologia.  B vuole assicurare i suoi fans e, nello stesso tempo, è pronto a sfidare i suoi nemici. Egli, sanguinante, chiama a testimoniare tutto il suo popolo. Per dirgli: vedete, mi immolo per voi:  loro sono “comunisti”, “giustizialisti”, “antidemocratici” e  “invidiosi”. Il solito copione della filosofia berlusconiana del rifiuto di giudizio  sulla sua persona, che non può essere criticata perché capo del governo, eletto dal popolo in un paese democratico (…). Affrontare B su questo terreno rendono  spuntate le arme dei suoi avversari politici. Non perché B sia un genio, certo ha  potenzialità di astuzia oltre la media, un’intuizione che arriva prima degli altri politici a capire il fatto politico, tuttavia la questione di fondo è che B attinge  energie intellettuali e strategie da centinaia di seguaci. Gli è possibile perché ha reso mercimonio cultura e informazione. Tutti i ‘pensatori’ d’Italia, furbi e disonesti, sono a sua disposizione. Sono sul mercato. Anche  quelli che, una volta  acquisiti, finiscono  in panchina,  mordendosi le mani di rabbia, a si consolano con  il gruzzolo che gli è elargito mensilmente.  B ha  ottenuto il suo scopo togliendoli alla concorrenza.  Quando qualcuno critica che guida l’Italia come un’azienda  (la sua), dici il vero. Un esempio. Va a Dubai in visita ufficiale, ma aggancia  un emiro e vende una  delle sue ville sarde, riuscendo a strappare una cifra astronomica.  Quale statista, in passato, avrebbe utilizzato tale carica per un proprio tornaconto? Nessuno. Solo B  perché non rispetta la democrazia, evidente nelle sue vicende giudiziarie. Riflettere-riflettere-riflettere, più che seguire  la nota invocazione di Borrelli del suo “resistere”!     

Oliver Sacks (V)

Lunedì, Dicembre 7th, 2009

In definitiva Oliver Sacks riconosce ai sordi un’identità linguistica, che permette loro di compiere il passaggio da una comunicazione non intenzionale e/o istintiva ad una intenzionale, strutturata su una grammatica, rivalutando    proprio per questo gli studi e le ricerche di William Stokoe (1960). Sacks ci permette, per la prima volta, un’ampia riflessione scientifica su quel che ammette Goldberg: « (…) il linguaggio dell’emifero destro permette le relazioni referenziali (…) di un codice linguistico, (…) ma non consente di manipolarlo» (O. Sacks, op. cit.,p. 158).L’emisfero destro organizza l’attività percetiva, ma non quella lessicale che si fonda proprio sull’esperienza dell’ascolto, del ‘calarsi’ nella parola verbale. L’emisfero sinistro ‘interpreta’ la parola ma non ‘agisce’: è un emisfero possiamo dire passivo… Il piccolo sordo, anche se sottoposto all’impianto cocleare - come è reazione comune oggi dei genitori udenti una volta identificata la sordità nel figlio - necessita di un lungo periodo di applicazione logopedia perché diventi «udente», e mentre  ciò si compie disperde la doviziosità visiva connessa all’esercizio percettivo sistematico. La lingua visuomanuale si sposa col possesso di  specifica identità culturale. Come avviene per esempio, scrive Sacks, per l’inglese, per il tedesco e così  per le altre lingue. La cultura è attiva in un continuum proceso di sviluppo, di arricchimento visuo-cognitivo, mettendo fuori gioco la caratteristica ripetitività  del “sentire” le parole, l’impostazione di frasi stereotipate, non aperte alle due percizioni principali dell’udire e dell’ascoltare. Sacks, a differenza dei tanti che parlano appunto per sentito dire, egli si è calato a studiare questa cultura con le potenzialità possedute nelle vaste discipline medico e psicologiche: e soprattutto ha avuto l’umiltà di ritornare a leggere, dopo una prima sbrigativa  annotazione, il libro di David Wright Deafness, l’autobiografia del poeta-romanziere sordo inglese. Costui annota: «Il fatto di essere diventato sordo a sette anni (…) fu per me una vera fortuna (…), avevo ormai afferrato i fondamenti del linguaggio (…)  - la pronuncia, la sintassi, le riflessioni, le pucialirità linguistiche, erano tutte entità che avevo sperimentato attravero l’orecchio. Tutto ciò mi sarebbe stato negato se fossi nato sordo o se avessi perso l’udito nei primi anni di vita». Ciò ha fornito attenzione su una valida risposta  esperienziale, (cfr per esempio R. Pigliacampo, in vari testi narrativi) per rivalutare la lingua dei segni una volta appresa come seconda lingua, al contrario di tanti sordi che, divenutili in età evolutiva, sono restati infischiati nella propria sordità, continuando  una precaria interrelaizone con gli altri (di solito udenti), fondata per lo più su un monologo piuttosto che di un reale scambio dicontenuti. Alla fine del  suo migliore studio sui sordi, Vedere voci, O. Sacks ci lascia con uno spiraglio di speranza per i genitori e per coloro che hanno contatti  con sordi e ipoacusici perché «No bisogna focalizzarsi sulla sordità del soggetto, sulla sua menomazione sensoriale, ma stimolare altri sensi allo scopo di recuperare le altre potenzialità intellettive».