Io col mio Silenzio
Martedì, Febbraio 24th, 2009«Corriamo il pericolo di lasciare dormire tante parti del loro potenziale, non per malvolere, ma perché il tradizionale ruolo assistenziale ha generato una tendenza di pessimismo: gli esseri umani, compresi gli insufficienti mentali, possono diventare solo ciò che da loro si aspettano quelli che li circondano» così scrive Geoffrey Harris. I sordi e gli ipoacusici - e tanti altri restati un passo indietro da chi si appropria di una presunta normalità -finiscono per sperimentare il condizionamento che, alla lunga, ci fa smarrire la nostra strada maestra. Nessun delitto è tanto atroce quanto quello commesso dall’uomo normale! E normale rispetto a chi? Noi abbiamo bisogno di esigenze differenziate, che implichino impegni di persone intelligenti e colte che hanno una mente equilibrata. Il resto siamo noi - persone - nella nostra creatività di scambi con gli altri. Eppure continuano a parlare di noi indicandoci “i diversamente abili”. Coniano di continuo nuovi termini a che pro o per che cosa? La società ci utilizza a pro domo sua. Ho scritto più volte che, molti handicaps, sono inventati dai normali, sì - i normali - ma in che senso? Io vorrei essere uguale a me stesso: capace di esprimere le mie potenzialità, tutte. Negative e positive. Quelle devo dominarle con l’intelligenza, queste ultime devo esercitarle nella maieutica socratica. Il resto sono io, col mio Silenzio.