Il “pasto acquisitivo”
Mercoledì, Giugno 14th, 2006Ho affermato che i docenti non sono all’altezza d’insegnare agli alunni e studenti sordi o audiolesi. Sono semplicemente «docenti di sostegno», non docenti specializzati. Di questa costatazione non devono offendersi né irritarsi. Devono prendersela con lo Stato, con i sindacati che non si adoperano con insistenza della loro formazione professionale. Facciamo una semplice comparazione con i medici. Ecco il medico generico, per esempio il medico di famiglia o di base: riconosce le malattie, ma non ne ha approfondita nessuna nella terapia o profilassi. Idem gl’insegnanti: insegnano al loro alunno seguendo metodologie obsolete o non adeguate alle necessità percettive dell’alunno con problemi d’udito. Essi presentano «il pasto acquisitivo» ( R. Pigliacampo, 1983) senza prendere in esame i processi psicocognitivi. Eppure l’insegnante si vanta d’essere capito dall’alunno senza accertarsi della concettualizzazione, confondendosi sulla semplice labiolettura. Ho scritto tante volte che labioleggere non vuol dire accedere al contenuto della lezione. Occorre l’esercizio delle domande e delle risposte tra docente specializzato e discente. Se non c’è questa interrelazione le parole labiolette non lasciano l’impronta nella corteccia cerebrale. Il sordo profondo (e anche colui che distingue qualche parola) non ha memoria uditiva. Anche se discriminasse una parte o completamente il segno verbale non riuscirà a stimolare il processo mnemonico fondamentale per richiamare e utilizzare il contesto. Il 99% dei docenti italiani che insegna nelle classi delle scuole territoriali utilizza la lingua verbale (l’italiano) per veicolare i contenuti culturali delle varie discipline insegnate. Utilizzano una lingua non compresa nella semantica e nella decodificazione morfologica e fonemica nell’istante in cui il docente procede nell’attività didattica. Ebbene ancora oggi nelle scuole territoriali di ogni ordine e grado troviamo docenti che, candidamente, ammettono «io utilizzo, per il mio alunno, il metodo orale».
Non bisogna accanirsi sui docenti. Apprezziamo di alcuni la volontà che, in molte regioni e province d’Italia, si manifesta. Qualche tempo fa ho predisposto un Questionario per un monitoraggio sui bisogni di formazione dei docenti di sostegno (ahi!) nella provincia di Napoli. Sono stati contattati 898 docenti con altrettanti Questionari.
Le domande sono state:
1. Gradirei accedere alle conoscenze metodologiche e didattiche per l’insegnamento di alcune materie scientifiche:
1.1 per la scuola dell’infanzia 11,4%
1.2 per la scuola primaria 41,8%
1.3 per la scuola secondaria di 1° 23,6%
1.4 per la scuola secondaria di 2° 20,8%
2. Gradirei accedere alle conoscenze metodologiche e didattiche per l’insegnamento di alcune materie linguistiche e letterarie
2.1 per la scuola dell’infanzia 9,9%
2.2 per la scuola primaria 40,1%
2.3 per la scuola secondaria di 1° 22,8%
2.4 per la scuola secondaria di 2° 18,3%
3. Gradirei accedere alle conoscenze
3.1 Psicolinguistica e neurolinguistica dei processi di apprendimento dei sordi 56,5%
3.2 Psicologia dello sviluppo del linguaggio dei sordi 47,2%
3.3 Sociologia e cultura del mondo dei sordi 23,8%
4. Lingua dei segni
4.1 Comunicazione totale (dattilologia, labiolettura, ecc.) 82,5%
5. Storia dell’ENS e delle istituzioni italiane operanti nell’educazione e istruzione dei sordi 43,2%
Analizzando le risposte sortiscono due principali esigenze: la comunicazione, che non deve essere esclusivamente focalizzata sulla LIS. Non è facile per un docente apprendere una nuova lingua in età adulta e la didattica sia per le materie scientifiche che letterarie.
Approfondiremo queste tematiche nell’Itinerario estendendo l’ascolto ai docenti fuori della provincia di Napoli.