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Movimento Europeo Diversamente Abili (M.E.D.A.)

Lunedì, Marzo 10th, 2008

Oggi, sebbene avessi letto la notizia su alcuni giornali, ho avuto la certezza che il M.E.D.A. scende nella corrida nelle prossime elezioni politiche. Mi complimento con i promotori del raggruppamento. Ci voleva per destare l’attenzione dei leaders politici sul fatto che i disabili devono essere messi nella condizione di far politica da protagonisti. Devo dire la mia esperienza, anzi gridarla perché qualcino si stappi le orecchie o se le atturi per sempre, dicendocelo però direttamente:

1. i partiti in Italia, pur arraffando soldi pubblici per mantenersi o sopravvivere, non favoriscono la partecipazione politica dei diversamente abili perché non forniscono (dovrebbero pagarre) il personale idoneo e/o esperto allo scopo di mettere il soggetto nella condizione di superare le barriere, vale a dire  gli iscritti ciechi (accompagnamento), sordi (interpreti di lingua dei segni o articolatori delle parole) o i soggeti non deambulanti;

2. non hanno strutture, dimostrando che la politica è fatta o deve essere esercitata dai cosiddetti normali;

 3. sono ‘rivoluzionari’ perché obbligano lo Stato a risolvere la problematica intralciante con la loro (possibile) elezione a pubblici ufficiali;

 4. le loro ‘proteste’ o prese in carico di tematiche hanno un forte impatto mediatico e quindi sull’opinione pubblica.

Comunque sia, è giunto il tempo di dire “Basta!” discriminando la partecipazione attiva dei sordi e altri disabili alla politica attiva. La partecipazione è un sacrosanto diritto/dovere sancito dalla Costituzione. I partiti, emarginandoci, finiscono di mostrarsi anticostituzionali: i segretari o presidenti  che li rappresentano veri e propri fuorilegge. Poi è vergognoso che un politico contesti il governo per la mancata applicazione di una legge nei confronti dei diversamente abili quando, il partito da cui proviene, è il primo a violarla, pur accogliendo di tesserare il “diverso”. Sino a quando non combatteremo per la partecipazione completa alla soluzione almeno dei nostri problemi dentro i partiti - tallonando segretari centrali e locali a darci fiducia - la democrazia sarà solo apparente. La proposta del M.E.D.A. è un bene perché porta l’attenzione su questo. E’ una macchia invece la strumentalizzzione di disabili che, come spesso succede, cadono nella trappola dei partiti facendosi candidare nella Lista agli… ultimi poti, divenendo i classici specchietti per allodole.

La Poesia e Il Poeta

Giovedì, Marzo 6th, 2008

LA POESIA
E’ il tutto. L’occhio, l’animo
che emoziona ergendosi in bello:
tramuta, piange, sorride
più o meno con noi;
ciò che vedi, uomo
è Poesia. Universo in Dio.

IL POETA
Nel tuo primo aprire
credi d’essere il primo
e il migliore.
Poi nell’età virile sei come altri
e nel declino sarai
più che mai tu, Poeta.

da Poesie, Editore Gabrieli, Roma, 1971.Š

Polvere di Slenzio

Giovedì, Marzo 6th, 2008

Sono questo mare silente
che l’onda la spiaggia disgrega
che s’accorcia
che si ristringe
nelle fiumane di lacrime
di torrenti delle mie Marche
abbeveranti la massa d’acqua

Oh stasera lo spettacolo della luna
s’ammutolisce nei giochi
di bimbi che corrono ridono
sperando nella vita che verrà.

Sono giunto sin qui
solo
a Porto Potenza Picena
esiliato

Dentro mi sono rivisitato
col mio peccato.
Il sole non risorgerà.
Ho tradito.
Perduto chi mi ha amato
ed ho amato.

Ho penetrato il mio Ego
nella tragedia d’esistere
capire che il gioco finisce
in un’ampolla di polvere
una notte che non vedremo le stelle.

da Renato Pigliacampo, L’albero di rami senza vento, Gianni Iuculano Editore, Pavia 20007. (mailto:info@iculanoeditore)

I sogni di silenzio per far politica

Domenica, Marzo 2nd, 2008

Arduo è l’Ostacolo
nell’attesa di prendere la spada,
non sai se tu sarai avanti a difendere
quella gente che urla dietro a te.
Sei uomo che tenta di accedere:
ferite ali non più tenteranno il volo,
ti sommergono di ciance i politici
azzuffandosi notte e giorno
per uno scanno di falsa vittoria.

Rauca ho la voce, di vergari della valle
impastata di accenti studiati a tavolino;
eppure io - proprio io poeta -
mi sono caricato il Silenzio
per portarlo dinanzi ai potenti,
nelle stanze dei bottoni ho valutato
che “si può″ spiccare il volo.

Verrà il giorno che saremo noi
a governare con segni precisi leali.
Forse sono illuso, ahimé
non han capito il messaggio;
con Maura ho compiuto ogni sforzo
per sfondare quelle porte d’egoismo,

ma loro contrattano posti
un tira-e-molla senza fine.
Bugie mercantesche scambi ricatti.
Volgo lo sguardo nel buio mare
luci di navi scendono nel Meridione:
mi resta stasera il coraggio
d’aver tentato coi sogni di volare.

(Inedita) - 29 febbraio 2008

Nell’animo degli uomini

Domenica, Marzo 2nd, 2008

Nell’animo e nei propositi degli uomini veri d’ogni fazione - penso a La Pira, a Dossetti, a Gramsci, a Giorgio Amendola, sino all’attuale presidente della repubblica Giorgio Napolitano - la democrazia è un processo di aggregazione di idee che dovrebbe interessare tutti che non sia gabbata. Oggi, al contrario, la democrazia reale è trasformata in meretrice, attraendo solo i prepotenti, chi grida più forte nei dibattiti televisivi, chi ha più euro per comprare o commerciare il consenso, chi utilizza la calunnia nel mettere in brutta luce l’avversario interno e, quando serve, quello dell’altra parte (…).

Il grande poeta Eugenio Montale scrive in una poesia: «Spesso il male di vivere ho incontrato:/ era il rivo strozzato che gorgoglia,/ era l’incartocciarsi della foglia/ riarsa… ». Aggiungo nella mestizia di questa sera che esclude i disabili dalla partecipazione politica attiva: «… era il politico prostituito per lo scanno,/ era il leader che vedeva miope ogni cosa,/ era chi tesserato etichetta vana/ in cerca di posto di giornata… ».

Resto immoto sulla spiaggia del mio Adriatico a mirare il flusso riflusso dell’onda. Ora lo so: i politici del nostro Paese sono legulei che cercano scorciatoie per se stessi, raramente sono persone che si impegnano per cambiare la società per tutti. Noi disabili abbiamo lottato in questi ultimi decenni per raggiungere l’obiettivo della partecipazione attiva nella politica. Con dignità. Non dobbiamo vergognarci se non ci siamo riusciti. Loro, i cosiddetti normali che fanno politica inseriti in Lista, i candidati insomma che hanno sbraitato in ogni dove per “entrare”, li giudicheremo dai frutti che produrranno. Allora ci alzeremo per applaudirli, ma sarà difficile il compito senza la presenza dei protagonisti.

Laddove tutti…

Sabato, Marzo 1st, 2008

E’ iniziata la “campagna elettorale” per le elezioni politiche del 13/14 aprile 2008. Gli scermi televisivi sono monopolizzati dai leaders dei partiti. Alcuni elettori innervositi e saturi del bla-bla cambiano sùbito canale allorché scorgono sullo schermo la faccia di un politico noto o meno conosciuto; vanno alla ricerca di un canale ‘libero’; altri  elettori  restanno incollati davanti allo schermo sorbendosi tutte le parole e, alla fine, concludono: “la penso allo stesso modo, voterò il partito che rappresenta..” Il “pesce” ha abboccato. La chiacchiera, che è sorella della demagogia, colpisce ancora. I politici di professione sono  ottimi  addormentatori di cervelli. Allora che fare? L’unica cosa è valutare i leaders nella capacità di esprimere per iscritto il proprio pensiero. Nessuno però osa porgere loro una penna o un pennarello chiedendo pubblicamente di scrivere qualcosa di significativo (…).

Il pedagogista Gesell nel 1956 scriveva: «Non è normale esssere sordo, ma i sordi sono individui perfettamente normali se noi li aiutiamo a superare i problemi del loro handicap. Il nostro scopo dovrebbe essere quello di fare del bambino sordo un individuo equilibrato, capace di affrontare i limiti e i problemi del proprio handicap, e non una brutta copia di  un individuo normoudente.» Questi politici invece pretendono di farci come loro. Spegnendo la nostra originalità. Troppi operatori che si prendono cura dei sordi dicono che la normalità alberga solo nell’essere udenti. Il grande psicologo russo L. S. Vygotskij affermava fiducioso: «Probabilmente l’umanità prima o poi sconfiggerà la cecità, la sordità e la debolezza mentale. Ma la sconfiggerà molto prima sul piano sociale e pedagogico che sul piano medico e biologico.» Ahimé, invece siamo in ritardo proprio nel processo sociopsicopedagogico dell’accoglienza. La medicina è in anticipo, pretendendo di renderci tutti vedenti-udenti-mentalmente idonei. E’ evidente:

laddove tutti sono condannati a vivere nella normalizzazione ci si dimentica dei diritti violati di coloro che restano se stessi.

Bisogna che tutti i disabili si uniscano per far rispettare la Carta Costituzionale.

Š

Troppa medicina specialistica e poca conoscenza psicopedagogica del fenomeno sordità

Venerdì, Febbraio 29th, 2008

Non si parla della sordità a sufficienza come fenomenologia sociale, evento; se ne discute invece troppo a livello medico specialistico, cosicché non si studia più il «metodo» per le necessità dello scolaro. Gli insegnanti cosiddetti di sostegno, non hanno conoscenze specifiche per elaborare progetti di apprendimento secondo la peculiarità del bambino. Nelle scuole specializzate di un tempo il docente si avvedeva dell’insufficienza riscontrata nell’alunno comparandolo ai simili presenti nella stessa classe. Spesso si avvedeva che lo svantaggio d’apprendimento non centrava per niente con la sordità, era causato dalla svogliatezza, da disattenzione nel seguire le spiegazioni eccetera. Eventi presenti come nello scolaro udente. Oggi notiamo che il bambino, per ogni ordine e grado di scuola, è “visto” come presenza che – per quel che fa o riesca a fare quasi come il coetaneo udente – diventa un fatto eccezionale! I docenti polivalenti  (sic) si stupiscono allorché il loro alunno comunichi per iscritto abbastanza chiaramente il pensiero. Quante volte nelle mie esperienze di visiting nelle scuole o di docente ho dovuto sorbirmi la labiolettura degli insegnanti polivalenti che mi annunciavano entusiasti che il loro alunno «è normale», «capisce tutto», «sa parlare bene» per il motivo, appunto, di impostare un dialogo a voce! Io non ce l’ho con i docenti di sostegno, perlopiù brave persone, sono incavolato - così la maggior parte dei sordi istruiti e colti - con lo Stato che non perfeziona i docenti secondo le loro richieste di divenire professionisti di un settore specifico della scuola. La professionalità è presente solo in alcuni di loro, negli altri le conoscenze didattiche e di comunicazione – se ci sono! – si estendono per ogni tipologia di disabilità. Per lo Stato, favorire un buon insegnamento nei confronti dei disabili, significherebbe aumentare risorse da investire; solo così ne sortirà un docente realmente specializzato, un professionista la cui opera – giustamente – va riconosciuta a livello economico; al contrario si continua ad andare avanti restando sul «pressappoco», sulla «polivalenza», sulla fisima di acquisire la lingua verbale, fermandosi sempre sulla soglia. Ignorante è il Paese che si blocca a mezza via nell’istruzione dei disabili, non avendo capacità né volontà di migliorare la qualità dell’istruzione, non riconoscendo che sono proprio i disabili!, veramente integrati, a favorire la crescita culturale migliorando la scuola. Lo psicologo L. S. Vygotskij affermava a cavallo del secolo scorso che «l’umanità prima o poi sconfiggerà la cecità, la sordità e la debolezza mentale (…)», aggiungendo poi che prima avverrà tuttavia la conoscenza del fenomeno per via sociale, pedagogico e psicologico. Ahi, non è stato così. La sordità appare sconfitta, oggi, con gli impianti cocleari, con le protesi computerizzate, con le staminali  eccetera. Il bambino sordo diviene, con la nuova tecnologia, un individuo del «sentire» e non dell’«ascoltare», là dove la persona è in marcia per crescere individuo cosciente della propria potenzialità. Negando al sordo un’istruzione elevata gli si nega la piena coscienza dei propri diritti. Il problema va ricondotto nelle strutture appropriate della scuola e dei docenti specializzati.

L’astuzia di sua Emittenza

Sabato, Febbraio 16th, 2008

Il 13 maggio 2004 il settimanale Espresso pubblicava un articolo di Peter Gomez e Marco Travaglio (v. pp.32-38) che, con la solita riconosciuta pignoleria professionale,  mettevano in evidenza le BUGIE del Cavalier Berlusconi. Ricordiamo all’elettore  del 13-14 aprile 2008 che (…) se non utilizza un po’ della propria intelligenza ci cascherà ancora una volta (sic). Berlusconi ha sempre avuto sullo stomaco chi approfondiva la questione dell’imprenditore padrone di TV, giornali, riviste, radio eccetera utilizzati per accrescere potere. Lui è “sceso in politica”, si è creato un partito per governare un popolo pro domus sua.  Negli anni che sta a palazzo Chigi ne racconta a bizzeffe. Dice: “Il conflitto d’interessi sarà risolto nei primi cento giorni del mio governo” (5.5.2001). Più avanti: “Il conflitto d’interessi è una leggenda metropolitana” (19.12.2003). Uscendo dal Quirinale Berlusconi afferma che Ciampi è d’accordo sulla legge Gasparri. Il Quirinale smentisce: “Non ne abbiamo parlato” (2.8.2003). Il 26 febbraio 2003 riunisce nella sua abitazione di Via del Plebiscito, a Roma, i leader della Cdl per decidere il nuovo Cda Rai. “Mediaset non farà nessun ricorso al condono fiscale”  (30.12.2002). Cinque mesi dopo l’Espresso scopre che Mediaset ha regolarmente fatto ricorso al condono risparmiando 120 milioni di euro di tasse.  Dice che presto riformerà la Giustizia (21 dic. 2001). Questo è avvenuto tre anni dopo: e tutti sanno che Giustizia sia  quella italiana! Dice che la persecuzione giudiziaria contro di lui è iniziata appena sceso in politica (17 giugno 2003). E’ il contrario: prima iniziano le inchieste sulla Fininvest di Berlusconi, poi scende in campo. La prima indagine su Berlusconi imprenditore (per traffico di droga!) fu aperta a Milano nel luglio 1983, poi archiviata. Nel 1989 è processato a Venezia per falsa testimonianza sulla Loggia P2: la Corte d’appello ritiene il reato dimostrato, ma alla fine è estinto per amnistia. In un modo o l’altro riesce sempre a cavarsela! Dice che alla fine è stata sempre dimostrata la sua innocenza, e assolto (29 gennaio 2002).  La verità è che non è mai stato assolto, è riuscito a sfuggire all’arresto grazie ai suoi bravissimi legali esperti di “cavilli” e soprattutto per le amnistie, prescrizioni, condoni, depenalizzazioni, leggi di impunità. Oggi  più di un terzo degli elettori italiani vuole rimetterlo a capo del governo. Dice che per il lefting l’ha fatto per accontentare la moglie (27 gennaio 2004). Veronica lo smentisce. Si potrebbe continuare per pagine e pagine sulle BUGIE di Silvio Berlusconi. Riflessione di fondo: Berlusconi è un un uomo che dice per dire perché riconosce limitatezza alla memoria umana. La gente ovviamente scorda e condivide il pathos del momento quando, con la sua parlantina, è ottimo prestigiatore con la parola, attore inimitabile nel recitare l’unto del Signore dispensatore di sogni. Agire così non gli costa niente. Poi - quanche volta - regalerà un giocatore fenomeno ai tifosi del Milan; uno strumento sofisticato all’ospedale San Raffaele di Milano di Don Verzè; un cotributo all’associazione X di disabili; andrà a piangere al funerale del soldato caduto per la “missione di pace” (…). Non c’è dubbio che, Berlusconi, è il prototipo italiano che fantastica di far soldi alla svelta, sfuggire alle tasse, fregare il concorrente, un “puffone” insomma, l’attributo che gli rivolse il giovane gridandoglielo in faccia ad una manifestazione di qualche anno fa (…). La politica  per lui è un esercizio giocoso, appunto fondata sul gioco. Gli italiani non arrivano a fine mese perché non hanno euro? Chi l’ha detto?! Possono sempre scommettere su tutto e… c’è, alla fine, chi diverrà milionario. E’ una fortuna che potrebbe baciare qualcuno durante la settimana, ma la maggioranza è invischiata a sperperare euro per… rincorrere i sogni della pedagogia berlusconiana. Certo, la fortuna, con la F maiuscola, l’ha arriso, ma come l’ha baciato? Che fosse indagato per traffico di droga la dice lunga! Siamo seri, riflettiamo: con chi ci si accompagnererebbe per un dialogo di propositi imprenditoriali? Berlusconi ti ascolterà pure, poi pronto dirà:   Ah, ci sei cascato ingenuo imprenditore! Nello stesso modo Berlusconi  “gioca” in politica. Casini lo sa bene. Fini lo saprà presto. Bossi è molto più furbo di Berlusconi perché non gli frega niente se diventa antipatico ad una parte degli elettori, e dunque a diversi leaders di partito, punta al sodo. Berlusconi finge d’amare tutto un popolo, vale a dire l’Italia, con la maestria della loquela per l’unico scopo di trombarla al momento opportuno. Come è già successo in passato con leggi ad personam. Bossi è furbo quanto Berlusconi, però mostra più dignità nel coraggio di metterci le palle: e se ne frega come lo giudicano gli altri perché non pretende d’essere amato dagli italiani, gli  basta il popolo padano: e nella miserevole rozza azione si eleva sulle finezze e falsità berlusconiane.

La conclusione è: fidarsi per riessere trombati è solo del masochista, dell’ingenuo e del fesso.

I disabili cestinati e l’astuzia dei segretari di partito

Mercoledì, Febbraio 6th, 2008

Come in passato, con questa legge elettorale “porcata” voluta dal centrodestra, un’orda di famigli e di amici tenteranno di saltare sul carro per accedere alla Camera e al Senato. Noi elettori non contiamo un fico secco, nel senso che non possiamo, com’era possibile una volta, scegliere il nostro candidato giudicato onesto, meritorio e competente. Eppure nella legge “sporca” è presente un’ingiustizia ancora più estesa, di cui nessuno scrive o parla: l’esclusione, dalla politica attiva e partecipativa, dei disabili.

I partiti hanno stabilito che le candidature siano alternate, nelle Liste, tra maschi e femmine. Ogni elettore, su questa scelta, non potrà dire la sua. Tuttavia per le donne toste, che credono nelle proprie capacità, potrebbe essere un’onta, per altre un’occasione da non perdere. E’ bene ricordare, in questa miserevole sceneggiata di attori/attrici in cui la democrazia è stata ridotta a meretrice, che nessun partito sostiene candidature dei cosiddetti diversamente abili, che sarebbero di esempio a quei parlamentari che si sputano in faccia in diretta TV, che si impediscono, a vicenda, il confronto democratico nelle proposte (…).

Vorremmo chiedere ai segretari dei partiti del centrosinistra che nell’ultima legislatura hanno candidato gay maschi e femmine, trans, rivoluzionari dichiarati, ecc., se gli sono stati utili per raggiungere il loro scopo. Noi portatori di handicap siamo impediti, da tutti i partiti, di contribuire alla soluzione dei nostri problemi nei maggiori consessi elettivi nazionali.La politica è fare” diceva Alcide De Gasperi, ma ci accorgiamo – ogni giorno sempre di più – che i  “politici normali” hanno paura di fare insieme a noi. Qui mi fermo. Pensiamo che i quasi cinque milioni di disabili del nostro Paese, impediti di scegliere direttamente il candidato, scrivendolo nella scheda come avveniva una volta, devono valutare bene, nelle prossime elezioni, le Liste dei partiti: e non caschino come al solito nella furbizia dei segretari di partito, soliti proporre a noi (i protagonisti) di essere inseriti a metà o a pie’ di Lista… se così agiranno ritenetela offesa!

Sarà la confessione esplicita della loro pochezza culturale e di sensibilità per l’uomo.

Il fare meglio dei sordi

Martedì, Febbraio 5th, 2008

Ho scritto che la sordità sensoriale è soggettiva; per esempio non si può affermare che la protesi x vada bene a me e a te. Quando si vuole correggere la vista le diottrie cono personalizzate al grado di perdita visiva. Vero che oggi abbiamo protesi acustiche personalizzate, ma l’ascolto (mi riferisco ad ascoltare e non al sentire che è differente) è un processo psicologico e linguistico che interagisce con l’intelligenza della persona (…).

Affermavo che la sordità è “personale”, ma si presenta come modus vivendi, filosofia esistenziale, processo di adattamento alla peculiarità del Silenzio (con la S maiuscola). La volontà delle madri - comprendiamole e giustifichiamole - è di favorire nel figlio, con problemi d’ascolto, la sanità dell’udito, meglio specificare l’opportunità d’udire la parola utilizzata dalla comunità di maggioranza. Le madri soffrono il trauma psicologico dell’incapacità di svolgere la loro principale funzione: parlare al/col figlio. Non avendo esperienza del Silenzio in esso scorgono negazione del presente e della vita a venire. Le mamme del Silenzio vedono nel piccolo loro stesse: non si lamentano più di tanto perché hanno sperimentato e vivono, quotidianamente, i differenti approcci psicolinguistici e relazionali. Ecco che la condizione nel Silenzio dienta una vera e propria filosofia di vita (cfr. R. Pigliacampo, Parole nel movimento. Psicolinguistica del sordo, Armando, Roma 2007), alla scoperta di quel che Henry Laborit considera nuove rotte per individuare orizzonti dei quali non credevamo l’esesitenza. Miseri sono i genitori che, con la smania di sanizzare l’udito, si disperano e rincorrono in ogni dove il famoso luminare (…). Ahimé, vedono nel figlio i pochi centimetri quadrati degli orecchi inefficaci dimenticando di fermare l’attenzione su tutto il corpo nella realtà cinestetica: gli occhi che non solo vedono ma captano le forme percependo intelligibilmente la/e motilità della/e mano/i. E’ aprirsi ad un linguaggio nuovo per un esistere utile alla comunità che è per lo più cianciante e ripetitiva. Dico sempre ai familiari dei bambini del Silenzio: nel vostro figlio non mirate la sordità, sebbene non si veda e solo voi la vedete!, ma il Silenzio perché, con la vostra maestria di educatori specializzati (dovete diventarlo), dovrete aiutarlo a divenire quel che è nel suo Silenzio di persona vincente. Dunque se non si lamentano i vostri figli per la disabilità all’ascolto della parola verbale perché dovreste lamentarvi voi? Non capite che combattendo il mostro Sordità le date chances per sopraffare, prima o poi, vostro figlio perché non lo state preparando alla vita secondo i bisogni rincorrendo un ipotetico modello udente che gli è sconosciuto? Basterebbe questa riflessione - che non è indietreggiare - per avere serenità, accoglienza di una condizione che s’apre al fare diversamente meglio.